4 febbraio 2015 - Se non ci fosse la vacca Burlina non ci sarebbe il Morlacco, formaggio a pasta salata che prende il nome dall’ultima etnia dei nomadi d’Europa di origine slava. L’arte di salare le forme fu intrapresa anche dai mercanti veneziani nei lunghi viaggi. Questa razza particolare per le sue virtù lattifere ora presente nell’Altopiano dei Sette Comuni sta rischiando di scomparire ed è inserita nei libri genealogici. Un patrimonio da tutelare anche se apparentemente minore – sostiene Coldiretti Veneto - rispetto a quello più famoso delle Denominazioni di Origine Protetta che in Veneto fanno riferimento ad un valore di 400 milioni di euro.
Da difendere pure gli allevatori con le loro stalle – continua Coldiretti, che ricorda che in Italia di allevamenti se ne chiudono centinaia all’anno. Persino l’esperienza del latte alla spina dopo un exploit iniziale ha registrato uno stop a vantaggio del prodotto a lunga conservazione di bassa gamma e di dubbia provenienza.
Non è la prima volta che Coldiretti denuncia: per ogni litro di latte prodotto più di uno viene importato in Veneto, utilizzato per i formaggi freschi a marchio commerciale o alla produzione di confezioni UHT di dubbia origine oltre che di bassa qualità. Eppure il Veneto realizza un’eccellenza casearia di assoluto pregio visto che più del 60% del latte è impiegato per le pezze blasonate: ad esempio per il Grana Padano si impiegano più di 4 milioni di quintali di latte, per l’Asiago quasi 2 milioni, altrettanto significativa è il quantità per il Montasio, il Piave, il Provolone Val Padana. Chiudono la classifica il Monte Veronese e la Casatella Trevigiana.
Questo patrimonio è realizzato da quasi 3500 aziende che mungono più di 10 milioni di quintali di latte all’anno, mentre tutta la filiera regionale sviluppa un valore che supera abbondantemente i 500 milioni di euro.
Purtroppo la bassa valorizzazione del top della produzione, le imitazioni e i tarocchi che screditano il “Made in Italy”, la mancanza dell’etichettatura di origine (assicurata solo per il latte fresco e di alta qualità), fanno sì che all’imprenditore zootecnico siano riconosciuti pochi centesimi rispetto al prezzo che si presenta sugli scaffali quadruplicato.
Per questo Coldiretti, VENERDI 6 FEBBRAIO, dedica un giorno ai produttori italiani, raggruppandoli nelle piazze principali di Bologna, Milano, Roma, Torino e Bari. Per il Veneto l’appuntamento è in bacino San Marco a Venezia alle ore 11.00 dove una stalla galleggiante attraccherà al molo Todaro vicino al Palazzo Ducale dopo aver attraversato il Canale della Giudecca. Sulla piattaforma, ci sarà un recinto con due vacche e un vitellino con accanto un esperto casaro e tutto l’occorrente per fare la tosella dal vivo. Gli animali saranno seguiti dai veterinari e dal personale dell’Arav (Associazione regionale allevatori del Veneto) che collabora all’iniziativa, il cui presidente Floriano De Franceschi dichiara: "Non facciamoci sottrarre la sicurezza, la tracciabilità e la qualità, che ci consentono di portare in tavola alimenti genuini e che ci contraddistinguono in tutto il mondo. I controlli funzionali di Arav su 104mila bovini da latte (66% della zootecnia regionale) sono fondamentali per garantire redditività, quindi sopravvivenza e futuro alle nostre realtà zootecniche, un tesoro culturale ed alimentare di inestimabile valore".
Alla numerosa delegazione giallo verde guidata dal Presidente Giorgio Piazza e dal Direttore Pietro Piccioni si aggiungeranno il Governatore Luca Zaia, il numero uno del Consiglio regionale Clodovaldo Ruffato insieme a vari consiglieri, il leader di Federconsumatori Veneto Ermes Coletto, sindaci del territorio e parlamentari.
