23 maggio 2019 - Principi e contenuti, dibattiti e confronti, ma soprattutto etica e pensiero morale legati al cibo e ai rapporti tra campagna e città sono i temi portanti del Festival Biblico in corso in questi giorni a Vicenza. Coldiretti tra le associazioni promotrici, ha animato un incontro ieri sera al Palazzo delle Opere Sociali a cui hanno partecipato Ermete Realacci presidente onorario di Legambiente e di Symbola, Bruno Barel avvocato e docente universitario di diritto internazionale e Carmelo Troccoli direttore della Fondazione Campagna Amica moderati da Antonio Gregolin. L’occasione è stata propizia per raccogliere firme per la petizione #stopciboanonimo che ha l’obiettivo di coinvolgere l’Unione Europea nel controllo della circolazione di beni alimentari senza origine. Un’attività che Donne e Giovani Impresa stanno sostenendo su tutto il territorio nazionale. “Il legame con la nostra terra si traduce anche nell’esigenza di rispettarla, quindi il tema della sostenibilità e della coesione sono strettamente correlati. E tutto questo si traduce nel concetto di bellezza – ha detto il presidente provinciale Martino Cerantola in apertura di serata - automatico è dunque il riferimento alla natura e il discorso sui cambiamenti climatici nonché sul riscaldamento globale, fenomeni acuiti dall’uomo che non si preoccupa – per interessi economici di breve periodo – delle conseguenze dell’inquinamento e dello sfruttamento intensivo delle risorse, provocando uno squilibrio che avvelena suolo, acqua ed atmosfera, ma soprattutto i rapporti umani. “Stagioni con prolungate piogge o lunghe siccità mettono a repentaglio l’agricoltura e la biodiversità. Da più parti è stato citato Papa Francesco con la sua Enciclica Laudato Si, che ha lanciato un avvertimento all’umanità perché prenda coscienza di nuovi stili di vita, di produzione, di consumo così nel nostro piccolo cerchiamo di scuotere le coscienze perché il creato non sia un oggetto da sfruttare ma un valore universale da tutelare. “A Vicenza non siamo immuni a queste problematiche – ha concluso Cerantola – considerato quanto capitato con i Pfas alla distruzione dei boschi sull’Altopiano. Coldiretti vuole cercare una prospettiva ed esprimere fiducia verso un possibile salto culturale che parta da un modello di sviluppo più sano di cui la campagna è portatrice naturale”.