20 giugno 2018. A conclusione dell'iter legislativo della norma sulle aree protette, dopo un confronto costante tra Coldiretti e le istituzioni, il risultato politico finale coglie la grande sfida di coniugare natura, produzione agricola e tutela del territorio. Con la presenza designata di un imprenditore agricolo nel consiglio d'amministrazione viene accolta non solo la proposta di Coldiretti ma la reale possibilità di un'inversione di rotta, dove regolamenti vissuti finora come vincoli e divieti possono diventare invece opportunità ed esperienze di equilibrio, oltre che uno spazio di discussione a 360 gradi tra amministratori, tecnici e agricoltori. E' stata una scelta di civiltà - sottolinea Coldiretti - in questo quadro il Veneto è il banco di prova. Nello specifico con gli emendamenti presentati in aula, la Comunità del parco, paragonabile ad un'assemblea per le sue funzioni, indicherà in Consiglio Direttivo, due soggetti di cui uno sarà un agricoltore proposto dalle associazioni più rappresentative nel settore primario che svolga la sua attività principale proprio nel perimetro del parco. Solo nel caso in cui nel sistema vi sia una organizzazione di proprietari di terreni che rappresenti almeno il 60% dei fondi agro-silvo –pastorali privati inclusi nella zona protetta, il rappresentante di settore sarà indicato di concerto tra le varie rappresentanze. Nell’uno come nell’altro caso la decisione vede la centralità dell’agricoltura nella scelta di chi sarà consigliere nel direttivo del parco composto complessivamente da cinque membri.