Coldiretti interviene sul dibattito "straordinario" programmato in consiglio regionale

10 novembre 2009 – "Solo attraverso un intervento diretto degli agricoltori sulle leve economiche si possono rimuovere le strozzature che impediscono alle imprese di fare reddito". Non è certo una ricetta magica quella che Coldiretti Veneto propone al Consiglio regionale convocato per giovedì prossimo sulla "crisi dell’agricoltura", ma una proposta concreta affiancata da numeri che permetterebbe al settore di ritornare competitivo in tempi brevi.

"Non vogliamo più sentir parlare di crisi – incalza il Presidente Giorgio Piazza – perché siamo di fronte ad una situazione strutturale che da anni pone le aziende in una condizione subalterna rispetto ai poteri forti dell’agroalimentare italiano.
E’ per questo che abbiamo avviato il nostro progetto per una filiera agricola italiana firmata dagli agricoltori – continua Piazza. Una vera e propria holding per riappropriarci dei margini produttivi ora incamerati ingiustamente da chi specula sul nostro lavoro".

Alla Regione Veneto, Coldiretti non chiede interventi straordinari, perché è ben consapevole che le condizioni del bilancio regionale non lo consentono, propone solo misure di assoluta ordinarietà che metterebbero nuovamente le 40 mila imprese agricole professionali in grado di mantenere il patrimonio agroalimentare.

"Segnalo infatti la forte contrazione registrata sul bilancio a favore dell’agricoltura – sottolinea Piazza - dal 2003 al 2009 l’aggregato si è ridotto di quasi la metà, passando da 201,6 milioni di euro (media 2003-’04) a 127,2 milioni stanziati per l’anno in corso".
Nel documento presentato sono elencate le richieste alla portata del Governo regionale: dal monitoraggio dei flussi in entrata delle merci che garantiscono i consumatori all’antitrust per assicurare il rispetto dei tempi di pagamento (attualmente l’agricoltore sopporta più di 90 giorni per incassare), dalla ristrutturazione dei debiti delle aziende, consolidando in rate sostenibili i mutui, allo blocco delle somme già impegnate a favore delle imprese venete dal Programma di sviluppo rurale (quelle erogate al 30 giugno del 2009 erano meno del 10%).

"Non abbiamo bisogno di ulteriori discussioni consiliari – conclude Piazza - ma di sbloccare la burocrazia dell’amministrazione pubblica".