MALTEMPO. SQUADRE DI AGRICOLTORI IN STRADA PER PRONTO INTERVENTO TRATTORI SPALANEVE IN MONTAGNA PER ASSICURARE IL RITIRO DEL LATTE
MALTEMPO. SQUADRE DI AGRICOLTORI IN STRADA PER PRONTO INTERVENTO
TRATTORI SPALANEVE IN MONTAGNA PER ASSICURARE IL RITIRO DEL LATTE
9 dicembre 2020 - I trattori degli agricoltori della Coldiretti sono mobilitati come spalaneve per pulire le strade nel bellunese dove è urgente sgomberare strade e sentieri per assicurare il ritiro del latte munto quotidianamente nelle stalle.
Sulle Dolomiti nella notte sono caduti 50-60 cm di neve e sotto i 600 metri le precipitazioni, seppur meno intense, sono continuate.
Gli interventi di sgombero, in collaborazione con volontari e Protezione civile sono in corso anche nelle aree piu' sensibili come nel trevigiano, in provincia di Verona e a Vicenza dove si registrano frane e smottamenti, ponti bloccati, detriti e cumuli di fango. Le fattorie isolate - spiega Coldiretti Veneto - lentamente stanno tornando alla normalita' anche se le ferite sul territorio rimangono ancora aperte.
Da Nord a Sud - commenta Coldiretti - sale il conto dei danni nelle città e nelle campagne provocati da un mese di dicembre segnato fino ad ora lungo la Penisola da ben 12 eventi estremi al giorno tra nevicate abbondanti, valanghe, grandinate, tornado, tempeste di fulmini e bombe d’acqua che hanno provocato esondazioni, allagamenti e frane e purtroppo anche vittime.
I cambiamenti climatici si abbattono su un territorio fragile con ben a 7275 i comuni italiani che – sottolinea la Coldiretti – hanno parte del territorio in pericolo di dissesto idrogeologico, il 91,3% del totale nazionale sulla base dei dati Ispra. Il risultato è che – continua la Coldiretti – sono 7 milioni gli italiani che vivono in aree a rischio frane, alluvioni ed esondazioni di fiumi in una situazione di incertezza determinata dall’andamento meteorologico che condiziona la vita e il lavoro. A questa situazione – continua la Coldiretti – non è certamente estraneo il fatto che il territorio è stato reso più fragile dalla cementificazione e dall’abbandono che negli ultimi 25 anni ha fatto sparire oltre ¼ della terra coltivata (-28%).