31 maggio 2019 – Da ieri le piccole croci lungo il perimetro delle campagne venete si possono scorgere dai finestrini delle auto, durante le passeggiate lungo le capezzagne, oppure girando in bici tra i campi che con il sole sono tornati ad essere frequentati da trattori e contadini alle prese con le semine. Sono il simbolo delle rogazioni che continuano ad essere professate dagli agricoltori che non perdono la speranza di salvare i raccolti anche invocando la fede. Si tratta di processioni propiziatorie, preghiere e invocazioni pronunciate da sacerdoti insieme ai fedeli che incrociano legni di ontano scorticati, così da diventare bianchi e una volta ornati di fiori e decori vengono piantati lunghi i terreni per proteggere dalla siccità, dalla grandine oltre ad ogni altro disastro che possa mettere a repentaglio il lavoro di un anno intero. Riti che si compiono in tutto il territorio, in giorni stabiliti e usanze tramandate da generazioni di famiglie rurali. Nel veronese si chiede l’intercessione divina delle Sante Reparata di Cesarea e Caterina d’Alessandria per le coltivazioni d’ulivo, nel Polesine l’appuntamento è domenica 9 giugno al Santuario della Madonna del Pilastrello di Lendinara per celebrare la “Propiziazione”, benedizioni di crocette anche a Galzignano nel padovano, mentre a Vicenza gli imprenditori agricoli si sono riuniti nella notte, come testimonia Paola Ballardin coordinatrice provinciale di Donne Impresa: “Ad Anconetta nell’azienda agricola di Gaetano Pontarin l’evento in passato durava tre giorni – spiega Paola Ballardin –con tappe da un capitello all’altro con la solennità dei paramenti, il prete in testa, chierichetti, le candele. Venivano recitate le litanee dedicate:” Signore, liberaci dai fulmini e dalla tempesta”. In caso di siccità il vescovo invitava i parroci e i fedeli ad un pellegrinaggio ad petendam pluviam”, per sollecitare la pioggia. La “grande rogazione” è comunque in programma sull’Altopiano dei Sette Comuni, sabato 1 giugno che precede la domenica dell’Ascensione. Gli abitanti della zona percorreranno oltre 30 chilometri tra prati e pascoli con davanti il crocifisso che non può essere superato dai pellegrini. Partenza ore 6.00 dal Duomo di Asiago. “Condividere questo momento – conclude Coldiretti – significa rispettare i valori della civiltà contadina, per conservare la storia e gli insegnamenti”.