MALTEMPO: COLDIRETTI, LA PIOGGIA GONFIA I FIUMI VENETI
IL PO RECUPERA MEZZO METRO D’ACQUA, PIAVE STAZIONARIO
9 giugno 2020 - Fiumi e canali si sono ingrossati a causa delle intense precipitazioni, lo rileva Coldiretti Veneto sulla base dei dati dell’Arpav. I corsi d’acqua della bassa pianura veneta, in particolare quelli del Polesine, pur sempre deficitari stanno aumentando i livelli idrici (il Po a Ficarolo ha ripreso +0,5 metri) e l’Adige segna a Badia Polesine un innalzamento di poco inferiore ad 1 metro negli ultimi due giorni, anche se rimane al di sotto dell’altezza media. Peraltro, le scarsissime precipitazioni primaverili in provincia di Rovigo hanno determinato un indice di precipitazioni standard che consente di definire il deficit o il surplus di precipitazioni, corrispondente ad estremamente siccitoso da marzo a maggio 2020.
Nell’Alta Pianura centrale, Brenta e Bacchiglione presentano valori nella media stagionale. Il livello del bacino del Piave presenta un surplus pluviometrico (+15%). Il maltempo senza tregua che ha interessato tutta Italia non solo il nord ha gonfiato anche i grandi laghi come quello di Como che ha raggiunto un grado di riempimento dell’87% quello di Garda del 99% . La situazione degli invasi del Piave e del Brenta è sotto controllo – commenta Coldiretti Veneto - sono al 85% del volume, dunque ad un livello di sicurezza per la stagione irrigua. La conta dei danni causati dalle grandinate è ancora in atto e interessa i vigneti, campi di mais, soia, orzo, piante da frutto e ortaggi nelle province di Belluno, Treviso, Padova e limitatamente nel vicentino fino a Verona nella zona della Valpolicella. Le prime rilevazioni parlano di perdite dai 20 al 50% in base alle aree più colpite. Il monitoraggio dei tecnici è costante e si riferisce anche la distruzione di serre, sradicando alberi, allagamenti dei campi, tetti scoperchiati e frane e smottamenti.
Le conseguenze dei cambiamenti climatici segnano anche l’Italia dove l’eccezionalità degli eventi atmosferici è ormai la norma, con una tendenza alla tropicalizzazione che – continua la Coldiretti – si manifesta con una più elevata frequenza di manifestazioni violente, sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi ed intense ed il rapido passaggio dal sole al maltempo, con sbalzi termici significativi che compromettono le coltivazioni nei campi con costi per oltre 14 miliardi di euro in un decennio, tra perdite della produzione agricola nazionale e danni alle strutture e alle infrastrutture nelle campagne. Un allarme confermato – conclude la Coldiretti – anche quest’anno dalla perdita lungo la Penisola di più un frutto su tre con il crollo dei raccolti dovuto all’andamento climatico, dalle pesche alle nettarine (-28%) fino alle albicocche (-56%), ed un rincaro dei prezzi al consumo.