6 ottobre 2011 - Franca Castellani, presidente di Donne Impresa Coldiretti Veneto è intervenuta oggi a Vicenza in occasione della IV edizione di Gamma Donna salone nazionale dell’imprenditoria femminile e giovanile.
L’imprenditrice veronese, anche presidente dei mercati agricoli scaligeri ha portato il suo contributo alla tavola rotonda sul tema “Business e sostenibilità: vantaggi per le piccole e medie imprese” confrontandosi con Matteo Cielo leader dei giovani industriali vicentini, Carla Coccolo di Slow Food, Andrea Gava nella doppia veste di Sindaco e titolare dell’omonima ditta imballaggi, Chiara Volpato dello studio associato Adacta.
Il Nordest ha reagito alla crisi mondiale riscoprendo la sua antica vocazione: la terra – ha esordito la Castellani - E infatti il settore agricolo ha fatto segnare nel Triveneto un incremento del Pil dell’1,5%, mezzo punto in più della media nazionale.
Il piano di sviluppo rurale, col quale la Regione Veneto ha messo a disposizione degli agricoltori 1,1 miliardi di euro fino al 2013, ha fatto subito raddoppiare le domande da parte di giovani pronti a scommettere sui campi – ha continuato – in tre anni si sono insediati grazie a questo strumento oltre 1200 under 40.
Un segnale incoraggiante, se si considera che un terzo dell’umanità si dedica unicamente alla manutenzione del denaro. Questi giovani, queste donne sono al timone di aziende agricole orientate per natura a svolgere attività non solo produttive. Lo insegna la dinamica famigliare legata al mondo contadino. In questo sistema trovano accoglienza nonni, disabili, e anche disadattati. Uno sfondo sociale che non è mai stato codificato in quanto sottointeso e spontaneo. La definizione di fattoria didattica e sociale è recente, in Veneto se ne contano 152 iscritte ad un circuito regionale e disciplinate da normative ad hoc.
Va sottolineato che queste imprese non seguono logiche assistenzialistiche: esse conservano la propria natura imprenditoriale tentando però di riprodurre in agricoltura quel modello di economia sociale che mira a coniugare il profitto dell’azienda con il “bene” della collettività.
In questo senso va la produzione di beni alimentari sicuri e di qualità, la tutela del territorio e il rispetto dell’ambiente, tutti elementi indispensabili per l’attività dell’agricoltore che se nuocesse ad uno solo di questi farebbe solo del male a se stesso.
“Un bilancio responsabile – ha concluso la Castellani - perché tale è l’operato degli imprenditori agricoli di Coldiretti che guardano ad un modello di sviluppo ecosostenibile mettendo al centro del sistema il valore umano”.