26 gennaio 2009 - Nonostante il forte calo della superficie agricola a cui si è assistito negli ultimi decenni l’agricoltura svolge ancora un ruolo di primaria importanza per il mantenimento dell’assetto territoriale regionale: il 70% della superficie è interessata da colture, prati e foreste.
In Veneto esiste una palese conflittualità tra attività agricola e sviluppo insediativo, sia nelle aree in cui si concentra l’agricoltura specializzata sia in quelle con una mancata connotazione residenziale.
All’impresa manca sempre più lo spazio vitale fondamentale per la conduzione dell’attività agricola – è questa in sintesi la preoccupazione di Coldiretti Veneto che ha seguito con attenzione il lavoro della Regione Veneto sul PTRC – Piano territoriale regionale di coordinamento.
L’Amministrazione regionale si sta dotando di uno strumento che mira a proteggere e disciplinare il territorio per migliorare la qualità della vita in un’ ottica di sviluppo sostenibile che è stato illustrato oggi ai dirigenti di Coldiretti dall’Assessore alle politiche del territorio Renzo Marangon.
Marangon ha spiegato ai dirigenti dell’Organizzazione come il piano garantisca la massima tutela delle aree ad elevata utilizzazione agricola.
Nella pianificazione non si parla solo di cosiddette “terre fertili” ma anche di aree periurbane, agropolitane e di quelle con agricoltura mista e naturalità diffusa.
Una classificazione che è funzionale al rapporto tra città e campagna spesso talmente fitto da essere difficilmente descrivibile – ha precisato Marangon. - Lo sforzo che le province e i comuni sono chiamati a fare è strategico in quanto attori principali delle azioni di programmazione e di tutela agricola. Dal canto suo – ha concluso - la Regione guarda al “terzo Veneto” puntando sul paesaggio e sull’identità dando priorità assoluta alla difesa delle aree ad alta vocazione rurale”.