Dall’Alpago al Comelico passando per Feltre la nuova generazione dell’agricoltura bellunese
Davide da perito meccanico a pastore errante, Daniele allevatore con laurea alla Bocconi, Marco ragioniere viticoltore
1 luglio 2011 - In Alpago Davide Bortoluzzi con un titolo di studio di perito meccanico fa il pastore transumante, Daniele Costan appena laureato alla Bocconi alleva nel Comelico vacche da latte e Marco De Bacco a Feltre coltiva vitigni autocnoni dopo un passato da ragioniere.
Il più giovane ha 22 anni il più “vecchio” 25. Sono solo tre delle 1215 storie imprenditoriali di giovani veneti che hanno scelto l’agricoltura come investimento dicendo no alla disoccupazione che segna – secondo i dati Istat - il 30% raggiungendo i massimi livelli dal 2004.
Siamo in provincia di Belluno ma anche altrove il settore agricolo tiene. Lo confermano altri dati sempre dell’Istat che nel primo semestre registrano la svolta positiva del comparto che recupera valore aggiunto con un aumento del 2,3 per cento pari al doppio della media nazionale.
La forza della ripresa arriva proprio dagli under 40 – precisa Coldiretti - che investono in progetti aziendali. Sono più di mille le nuove imprese agricole in tutto il Veneto nel triennio 2007-2010 grazie soprattutto al Programma di Sviluppo Rurale, lo strumento più gettonato dai neo-imprenditori che offre misure di finanziamento ancora interessanti.
Fondi europei che non sono sufficienti, però, ad accontentare tutti – spiega Coldiretti - anche nell’ultimo bando chiuso lo scorso 28 febbraio sono state accolte il 50% delle istanze presentate erogando oltre 24 milioni di euro tra premio al primo insediamento e contributi di migliorie che attivano investimenti pari a 50 milioni di euro.
Chi si affaccia per la prima volta sulla campagna lo fa da preparato. Il 26% è diplomato in agraria, il 7% laureato in discipline agrarie e veterinarie. La maggior parte di loro segue l’indirizzo prevalente impostato dai genitori. La vitivinicoltura l’ambito di intervento prevalente.
Notevoli sono i nuovi talenti che si impegnano nella produzione di energia da fonti rinnovabili e che attuano interventi per il risparmio idrico. Chi invece continua a lavorare nel lattiero caseario rivoluziona la stalla con impianti robotizzati e trasforma in latte direttamente in formaggi genuini.
Uno spaccato positivo ed incoraggiante che viene proprio dalla fatica del nord est. Daniele laureato in economia e commercio di San Nicolò di Comelico che guarda alla specializzazione ammette:”Prima del master viene la mia stalla”, Davide invece la sta costruendo per le sue 400 pecore, mentre Marco imbottiglia nella sua nuova cantina lo spumante di Bianchetta Fonzasina da mandare a Vienna.