24 aprile 2014 - Gli agricoltori del Veneto rischiavano di dover ritirare dalla produzione ben 165 mila ettari, per non perdere i contributi comunitari. Infatti, la condizionalità che obbliga gli imprenditori agricoli al rispetto di numerose pratiche ecocompatibili prevede che non si coltivi nella fascia di 5 metri dai corsi d’acqua.
“La Regione dunque si è attivata per tempo – rivela Coldiretti - negoziando a livello ministeriale la possibilità di limitare i corpi idrici. In tal modo, anziché i teorici 165 mila ettari, ora i produttori devono, se non già esistente, introdurre un margine di 3 o 5 metri da un elenco molto più ristretto. Per farci capire – spiega Coldiretti - gli ettari teorici non coltivabili sono 30 mila: in pratica si guadagna una superficie fertile di 135 mila ettari”. “Il tutto – commenta Coldiretti - per rispondere ad una norma comunitaria che in altri Paesi europei fissa fasce di rispetto molto più ridotte. La vicina Slovenia ha, ad esempio, una fascia di 2 metri, del tutto compatibile con l’agricoltura. I Paesi Bassi, che hanno una agricoltura molto intensiva su un territorio delicatissimo, hanno 2 metri. Questo dovrebbe indurre - sottolinea Coldiretti - ad un approccio più realistico e semplice rispetto ai problemi ambientali che non si risolvono con norme schizofreniche dettate da qualche burocrate romano”.
24 Aprile 2014
La Regione approva l’elenco dei corpi idrici e le distanze di semina