23 gennaio 2012 - Terreni, stalle, fienili e annessi rustici nel mirino della nuova patrimoniale.
L’IMU spaventa anche il comparto agricolo e gli imprenditori che con il fondo e gli immobili svolgono il proprio lavoro. Si tratta, infatti, del patrimonio necessario a coltivare, allevare o trasformare i prodotti agroalimentari o quelli zootecnici non certo di investimenti speculativi.
E’ questo lo snodo che rende difficile ingoiare anche questa tassa. Gli agricoltori, però, non si sottraggono ai sacrifici e con un’azione capillare guidata dalle loro organizzazioni di rappresentanza (Cia, Coldiretti, Confagricoltura e Copagri) hanno scritto ai Sindaci invitandoli ad applicare una riduzione dell’aliquota che può arrivare anche al 50%.
“E’ una soluzione praticabile e legale che non comprometterà le casse delle amministrazioni – spiega Coldiretti Veneto – anzi è una sperimentazione di federalismo fiscale che riserverà entrate in bilancio”.
Coldiretti Veneto presenterà proprio domani una simulazione ad hoc durante l’incontro promosso presso la sede di Mestre dal Presidente del Consiglio regionale, Clodovaldo Ruffato.
“Vogliamo portare un contributo reale all’ipotesi che il Veneto si candidi a proporre un metodo condiviso tra associazioni di categoria e “primi cittadini” che sia anche esempio per tutte le regioni d’Italia”.
“Questo lavoro di concertazione – conclude Coldiretti - è il modo appropriato per scongiurare la scomparsa di un tessuto di imprese che crea occupazione, garantisce l’equilibrio idrogeologico e la produzione di tipicità”.