7 marzo 2013 - E’ radicata in Veneto la presenza delle imprenditrici agricole titolari d’azienda: il 30 per cento delle oltre 120 mila imprese è guidato da donne: percentuale in linea con quella del Censimento 2010 che conta 487 mila fattorie rosa su più di un milione delle totali registrate a livello nazionale.
 
Nonostante la crisi, dunque, il settore continua ad essere “terreno” ideale per nuovi modelli di sviluppo. L’agricoltura sempre più scelta dai giovani, presenta opportunità interessanti anche per l’altra parte del cielo che trova spazi ad hoc per manifestare abilità prettamente femminili.
 
“La campagna con le sue possibilità – spiega Franca Castellani di Donne Impresa Coldiretti Veneto - può interpretare le nostre ambizioni accogliendo anche esigenze innovative e moderne  legate soprattutto alla salute e qualità della vita. Per questo – continua Castellani – sono nati gli agriasilo, gli ospizi di campagna, le erboristerie di campo, le cooperative di pescatrici”.
 
“Il contributo delle donne – insiste Castellani - non si ferma solo alla fase di produzione o all’allevamento si espande con la trasformazione del prodotto: chi coltiva mais, ad esempio, lo sfrutta per farne pure attività didattica, chi alleva capre lavora il latte in formaggi anti intolleranze, chi ha un gregge carda la lana e studia linee di abbigliamento country”. La leader delle agricoltrici di Coldiretti cita  un lungo elenco di esempi come la biocosmesi derivata dai rimedi della nonna e applicata nelle cure offerte dai migliori agriturismi, l’arte del recupero e dell’antispreco come buon esercizio manuale e culturale, la tecnica per ricavare dall’ uva non solo vino ma anche bevande analcoliche brevettate appositamente per chi è in gravidanza o che per vari motivi non può bere alcool.
 
Una lunga lista di esperienze reali che raccontano di un esercito silenzioso impegnato nella sfida concreta verso un sistema che non riconosce la rappresentanza femminile.  “Pur avendo conquistato il Parlamento – conclude Castellani – la nostra presenza è ancora scarsa ai vertici della Giustizia italiana, bassa nelle Authority dove nessuno dei presidenti appartiene al “gentil sesso”.Nel mondo dell’istruzione e della ricerca: su 79 rettori di Università le donne sono appena il 5 per cento del totale. Persino nello sport dove le atlete azzurre hanno regalato grandi soddisfazioni resta ancora impermeabile alle quote rosa, tanto che tra i 45 presidenti delle Federazioni sportive affiliate al Coni c’è solo una donna”.