Domani a Roma l’assembla di Coldiretti
23 luglio 2009 - Più di mille agricoltori veneti sono stati impegnati in questi giorni nella mobilitazione di Coldiretti chiamata "OPERAZIONE VERITA’".
Da lunedì - momento di annuncio delle manifestazioni in programma fino ad oggi - allevatori, imprenditrici agricole, giovani coltivatori hanno presidiato frontiere, porti e supermercati per chiedere l’etichettatura obbligatoria su tutti gli alimenti consumati in Italia e i controlli sanitari alle frontiere sulla merce importata.
"Troppo spesso si chiedono alle imprese agricole italiane standard produttivi elevati – commenta Giorgio Piazza Presidente di Coldiretti Veneto - mentre i prodotti che arrivano dall’estero sono soggetti a dei controlli praticamente inesistenti.
Una situazione che determina maggiori costi di produzione a carico dei nostri coltivatori – continua - così l’industria e la grande distribuzione organizzata approfittano di questa realtà per commercializzare prodotti fintamente italiani per di più di dubbia qualità.".
E’ il caso della polpa scelta bovina comprata oggi durante il presidio presso l’ipermercato di Padova che millantava un’origine nostrana mentre era prodotta totalmente in Polonia. E ancora, l’aglio importato dall’Argentina attribuito ad un’azienda lombarda. Nessuna indicazione dell’origine sul latte a lunga conservazione di una cooperativa emiliana, uno dei marchi italiani più noti, così come si sa ben poco delle mozzarelle, delle quali almeno la metà non sono ottenute da latte ma da simil-formaggio straniero. Per non parlare della pasta più famosa che del Made in Italy ha fatto il suo emblema, che sistematicamente non indica la provenienza della materia prima utilizzata nelle produzioni.
"Una battaglia leale e per tutti - conclude Piazza - dalla gente dei campi ai consumatori, che ha trovato nelle autorità competenti i primi alleati.
La politica regionale ha varato il primo disegno di legge sull’indicazione di origine di tutti i prodotti lattiero-caseari, ora all’esame del Parlamento, e ha sollecitato il Ministro Sacconi, chiedendogli di rendere pubblici i dati sulle importazioni di latte.
Risultati lusinghieri che non fermeranno comunque la nostra azione per la difesa del patrimonio agroalimentare nazionale".