24 febbraio 2009 - Si può forse ritenere che “km zero” debba essere inquadrato tra gli slogan protezionistici?
A questo interrogativo hanno cercato di rispondere  i relatori intervenuti al seminario dal titolo “Identità e reti: l’esperienza del chilometro zero” organizzato dallo Iuav, ieri lunedi 23 febbraio  nell’aula magna Tolentini.
Il convegno ha visto la partecipazione di Stefano Masini, docente di diritto alimentare Tor Vergata, Enzo Rullani presidente Venice International University, Tiziana De Filippis dottoranda del Cnr-Ibimet e di Franco Manzato, VicePresidente della Regione Veneto.
Dopo il saluto del presidente Giorgio Piazza, i  vari interventi hanno riconosciuto la grande sfida lanciata da Coldiretti Veneto ovvero promuovere i prodotti tipici consumati sul posto, riproponendo la conoscenza delle tradizioni, dei luoghi.
“L’italianità dei nostri prodotti usata correttamente collegandola alle caratteristiche ai territori  è uno strumento che contribuisce a rafforzare l’identità – ha spiegato Stefano Masini - Quando, invece, è solo un brand allora la cifra identitaria si perde: ad esempio dietro alla Bresaola della Valtellina deve esserci una serie di ingredienti locali e una ricetta codificata nel tempo, così sarà semplice vedere con successo un prodotto che evochi l’idea della valle.
Non possiamo, però, parlare di identità: quando gli ingredienti non appartengono ad un territorio definito.
“Il problema in ogni luogo -  ha sottolineato il professor Rullani – è  quello di cominciare a domandarsi qual’ è la propria identità: non quella “storica” che abbiamo ricevuto già fatta; non quella presente che continuiamo a caricare di significati locali, ma quella possibile, progettuale, che possa avere significato nelle grandi comunità con cui ci prepariamo a collegarci.
L’Italia è il paese delle piccole patrie, dell’individualismo fatto sistema e filosofia di vita. Ognuno vorrebbe avere una provincia autonoma, un comune separato, un quartiere più piccolo e frazionato rispetto a quello che c’è. Fino a piantare una bandiera di repubblica autonoma nel proprio giardino. Ma, dal punto di vista economico, le differenze che contano sono quelle riconoscibili in un circuito comunicativo che le renda visibili”.
Il Vice Presidente del Veneto, Franco Manzato,  ha spiegato come, anche con questa esperienza, Coldiretti si sia fatta interprete delle istanze profonde della società.
“La Regione Veneto le ha accolte – ha detto Manzato – facendole diventare strategiche nella prima legge regionale in Italia che sostiene la produzione agroalimentare regionale e sviluppa un nuovo rapporto tra produttori e consumatori.
Manzato ha poi evidenziato il dominio produttivo veneto sviluppato da 83 mila imprese agricole che coltivano 800 mila ettari della superficie con un fatturato di quasi 5 miliardi di euro.
“Una realtà significativa – ha continuato -  che è parte di un sistema integrato che concorre a portare il Veneto ai primi posti tra le regioni italiane agricole e di gran lunga la prima turistica d’Italia, con un indotto  complessivo valutabile in oltre 12 miliardi di euro e un’offerta che è la più varia al mondo.
“Rilanciare la vocazione del territorio Veneto – ha concluso Manzato – ricco e connotato da elementi di forte identità e da eccellenze alimentari è l’obiettivo delle varie iniziative messe in campo dall’Assessorato all’agricoltura e turismo. Sotto questo profilo il «Km0» può essere una vera e propria bussola per la costruzione di una forte consapevolezza identitaria in funzione delle conoscenze agricole”.
 
 Foto Rullani, Piazza e Manzato