COLDIRETTI AL SEMINARIO DELLA REGIONE VENETO
30 novembre 2010 - Semplificazione amministrativa in una prospettiva di servizio a imprese e cittadini: la sfida federalista viene dall’agricoltura. E’ questo il tema con cui Coldiretti partecipa al V seminario tematico della Conferenza regionale dell’agricoltura previsto per Giovedì 2 dicembre alle ore 9.30 alla Corte Benedettina nel quale si discuterà del modello di governance più opportuno per le diverse politiche che interessano il settore primario.
"Il Veneto si è dato un’organizzazione per molti aspetti esclusiva nel panorama italiano – spiega Coldiretti che ricorda l’istituzione del tavolo verde di concertazione, l’individuazione dell’Organismo pagatore regionale, gli investimenti sul sistema di sussidiarietà delegato ai Centri di assistenza agricola (Caa).
Ciò testimonia una matura consapevolezza e una forte responsabilizzazione del livello regionale, indispensabile per un sistema federale, ma – incalza Coldiretti - dall’altra parte, le imprese invocano sempre più una riduzione dei costi riconducibili a inefficienze o ritardi della pubblica amministrazione che non deve solo migliorare le proprie prestazioni, ma essere anche più trasparente. Va in questa direzione lo Sportello Unico recente esempio di riorganizzazione della burocrazia regionale che libera risorse umane e finanziarie a favore delle oltre 80 mila imprese agricole iscritte alla camera di commercio. Una soluzione capace di razionalizzare le spese per le sole sedi fisiche pari a 900 mila euro l’anno.
Quindi per i costi diretti espliciti nell’arco di un quinquennio si può valutare un’economia di oltre 10 milioni di euro a cui si aggiungono i risparmi indiretti - ma non meno importanti- legati alla sburocratizzazione.
Occorre ora varare un piano di semplificazione – insiste Coldiretti - con l’unico obiettivo di sgravare gli operatori agricoli da un insieme complesso di norme che rendono difficili autorizzazioni, richieste di contributi, pratiche istituzionali quotidiane, che costano alle aziende, in tempi di attesa, code e spole tra uffici quasi 35 milioni di euro l’anno.
