GIORNATA DESERTIFICAZIONE: COLDIRETTI, IN VENETO 224MILA ETTARI URBANIZZATI
17 giugno 2020 - Nelle cartine emerge colorata, è la zona tra la bassa padovana e la provincia di Rovigo, ovvero 48mila ettari a rischio di aridità, perché caratterizzati da una bassa piovosità. In queste aree è possibile solo l’irrigazione di soccorso, che implica la disponibilità di acqua nella rete idraulica. Ne consegue che, in anni siccitosi, come il 2003 e il 2012, i campi coltivati a mais, soia e barbabietole rischiano di perdere l’intero raccolto. Un altro problema è legato alla scarsità di sostanza organica per molte aree del territorio regionale. Sappiamo che al di sotto del 2% si è in una situazione critica e che al di sotto dell’1% si rischia la desertificazione.
L’osservazione di Coldiretti Veneto è legata alla giornata della desertificazione proclamata dalle Nazioni Unite per oggi 17 giugno e dedicata al “Cibo, Mangini e Fibre” con l’obiettivo di sensibilizzare l’opinione pubblica rispetto al consumo dei suoli e al mantenimento delle risorse idriche. In questa fascia di terra – spiega Coldiretti Veneto - le nuove generazioni di agricoltori hanno scelto di piantare canapa, ad esempio, quale coltura a basso fabbisogno idrico e di fertilizzanti che non necessita normalmente del diserbo, oppure, si sono dedicate alle coltivazioni biologiche che pongono particolare attenzione alla gestione della sostanza organica, elemento principe della fertilità dei suoli. Un presidio strategico – commenta Coldiretti Veneto – per la cura e manutenzione dell’equilibrio naturale.
La presenza dei giovani in agricoltura è un grande contributo alla salvaguardia del territorio e allo stesso tempo della conservazione della superficie agricola regionale. Nel complesso la superficie urbanizzata in Veneto ammonta a 224.000 ettari, ovvero al 12,2% della territorio, contro una media nazionale del 7,6%. Tra le province più interessate dal fenomeno Padova e Treviso. Da non sottovalutare l’avanzamento del bosco, particolarmente significativo nelle zone di montagna a causa dell’abbandono dei prati pascoli (tra il 2000 e il 2010 si sono persi 31.000 ettari a prato e a pascolo).
Per queste ragioni la legislazione regionale ha previsto uno stop all’urbanizzazione sfrenata; è però necessario assicurare un settore agricolo vitale per mantenere il territorio in modo adeguato. Fanno ben sperare i neo imprenditori agricoli che investono nel settore primario per progetti imprenditoriali all’insegna della qualità della vita. Lo confermano anche gli ultimi dati del bando del Programma di Sviluppo Rurale: 435 le nuove aziende agricole, 332 in pianura e 103 in montagna. Nonostante la crisi provocata dall’emergenza sanitaria, le pratiche presentate per il miglioramento delle strutture agrituristiche, fattorie didattiche e sociali sono 203, gli interventi richiesti di miglioria aziendale 754 e le misure per la gestione controllata della risorsa idrica 304. Per Coldiretti Veneto è uno spaccato interessante che somma 1.696 istanze innovative e di ammodernamento pari ad un bisogno di 146,58 milioni di euro di cui assegnati solo 78 milioni. Da sottolineare che l’insieme delle linee attiva investimenti per oltre 300milioni di euro. Questi numeri sommati a quelli del triennio 2017-2020 fanno riferimento a oltre mille nuove imprese agricole, linfa vitale per una regione come il Veneto ai vertici nazionali per produzione di specialità Dop/Igp.
Occorre tenere sempre più in considerazione i cambiamenti climatici con una decisa tendenza al surriscaldamento con il moltiplicarsi di eventi estremi con manifestazioni violente, sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi ed intense ed il rapido passaggio dal maltempo alla siccità che compromettono le coltivazioni nei campi con costi per oltre 14 miliardi di euro in un decennio, tra perdite della produzione agricola nazionale e danni alle strutture e alle infrastrutture nelle campagne. “In un Paese comunque piovoso come l’Italia che per carenze infrastrutturali trattiene solo l’11% dell’acqua – conclude Coldiretti Veneto - occorre un cambio di passo nell’attività di prevenzione per evitare di dover costantemente rincorrere l’emergenza con interventi strutturali; il dato veneto è ulteriormente negativo per la carenza di interventi infrastrutturali: infatti, gli ultimi invasi sono stati fatti nel secondo dopoguerra”.
Superficie | Superficie urbanizzata al 2015 | ||
Ettari | Ettari | In % | |
Belluno | 367.800 | 12.000 | 3,3% |
Padova | 214.200 | 40.300 | 18,8% |
Rovigo | 178.900 | 16.100 | 9,0% |
Treviso | 247.700 | 41.000 | 16,6% |
Venezia | 246.200 | 35.800 | 14,5% |
Verona | 312.100 | 43.400 | 13,9% |
Vicenza | 272.300 | 35.500 | 13,0% |
VENETO | 1.839.200 | 224.100 | 12,2% |
Fonte: Elaborazione dati ISPRA 2016 e PTRC 2009. |