31 marzo 2014 - “Non è col bastone che si promuove la sostenibilità in agricoltura”. Lo dice Coldiretti Veneto in una lettera inviata a tutti i Sindaci del distretto del Prosecco Docg, in merito al regolamento sanzionatorio che le amministrazioni stanno approvando, e che impone agli agricoltori misure rivolte alla tutela della popolazione che vive nelle aree interessate dalla viticoltura di qualità. “Come per il Ministero della Salute così per i produttori la salute dei cittadini è prioritaria. In tema di trattamenti fitosanitari, le buone prassi di difesa prevedono di tener conto di diversi aspetti che richiedono un approccio specialistico con puntuale assistenza tecnica – spiega Coldiretti –“. In pratica si deve considerare non solo l’impatto ambientale, ma anche l’efficacia del prodotto, l’assenza dei residui, il rischio per l’operatore e pure i costi legati agli agrofarmaci in vendita. “Non è intervenendo soltanto con il rame, così come di fatto previsto dal provvedimento che si garantisce l’ecosistema – insiste Coldiretti - questo tipo di trattamento nel tempo può essere controproducente per l’equilibrio del suolo: stiamo parlando di un metallo pesante che se supera le dosi per ettaro nel terreno determina effetti negativi”.
Una corretta strategia prevede utilizzo di più principi attivi distribuiti in diversi periodi in funzione dell’andamento meteorologico. Il disciplinare adottato ad esempio a San Pietro di Feletto vieta prodotti di largo utilizzo, obbligando gli agricoltori a ricorrere solo al rame per curare la peronospora, malattia molto diffusa e presente da decenni per la quale sono stati studiati sistemi di lotta integrata disposti dalla Regione Veneto, addirittura non considerati tra le alternative valide citate nel testo in questione. “Serve vigilare anche dal punto di vista normativo - conclude Coldiretti - evitando prese di posizione dettate dall’allarmismo, incoraggiando invece il viticoltore ad intraprendere scelte ecocompatibili”.
31 Marzo 2014
FITOSANITARI. COLDIRETTI VENETO AI COMUNI DEL PROSECCO DOCG: RIVEDERE IL REGOLAMENTO