12 gennaio 2012 - Era il 2003 quando in occasione dell’opera più chiaccheriata “il passante” il Veneto si distinse per un’intesa sugli espropri che metteva d’accordo tutti: politici, agricoltori e ditte.
Dopo appena tre anni quello che tutti consideravano un buon esempio di concertazione tra pubblico e privato fu ulteriormente perfezionato per la Valdastico altra esperienza che lasciò ben pochi casi di insoddisfazione.
Con l’avvento della Pedemontana Veneta il protocollo diventa rivoluzionario in quanto supera addirittura l’empasse creato da una sentenza costituzionale che metteva in discussione i parametri applicativi giudicandoli illegali.
Grazie al lavoro di confronto serrato tra tutti i soggetti coinvolti: associazioni di categoria, istituzioni, legali, nonostante l’ assenza di provvedimenti legislativi nazionali che indicassero le vie procedurali corrette, in poco tempo si è giunti allo studio di nuovi criteri.
Secondo Coldiretti è questa la svolta decisiva che esalta il ruolo di ogni singolo coltivatore diretto proprietario dei fondi lungo l’arteria autostradale veneta friulana di 94 Km, di cui 43 in trincea, 36 in rilevato, 14 in galleria e 1 su viadotto.
Un’operazione che interessa 7,8 milioni di metri quadrati (3,6 in provincia di Treviso e 4,2 in provincia di Vicenza). Le ditte coinvolte sono 2.843 (1.377 a Treviso e 1.466 a Vicenza) mentre i comuni attraversati sono in totale 36 (14 a Treviso e 22 a Vicenza).
La soluzione è valida per tutte le infrastrutture venete strategiche e può essere replicata su il territorio italiano interessato da nuovi tracciati di viabilità.
In sostanza ad un proprietario coltivatore diretto di 0,5 ettari a prato irriguo in provincia di Vicenza, calcolato il Valore Agricolo Medio (VAM) di 132.525 euro ad ettaro, può ora vedersi riconosciuto il 12% in più contro il rischio di un meno 39% a causa della sentenza.
Far conoscere questa conquista agli amministratori locali e agli studi tecnici è un vanto per noi di Coldiretti – ha detto il presidente regionale Giorgio Piazza oggi in apertura dei lavori del convegno organizzato a Mestre in Fondazione Cassa di Risparmio che ha visto tra i relatori i protagonisti attivi della soluzione operativo: dal dr. Stefano Maria Cerillo per l’Avvocatura dello Stato al dr. Giuseppe Murgida dell’Ufficio Legale di Coldiretti dall’Ing. Giuseppe Fasiol Commissario alla riforma settore trasporti all’Assessore alla Mobilità, Renato Chisso che ha sottolineato lo sforzo e l’impegno della Regione Veneto per individuare un modo equo di risarcimento.
“L’esproprio è sempre un trauma – ha spiegato - che coinvolge interessi e aspettative anche personali e per il quale un punto di equilibrio è sempre un compromesso, non un atto ‘giusto’. Con questa intesa, Regione e Agricoltura hanno stabilito regole che creano le premesse per un equilibrio che sia la premessa per una mitigazione ragionata e ragionevole del danno”.
