18 marzo 2010 – Il candidato alla presidenza del Veneto per l’ UDC Antonio De Poli ha presentato oggi il suo documento programmatico per l’economia del Veneto quale risposta pronta a quello illustrato dal Presidente di Coldiretti Giorgio Piazza.
La sfida è scegliere tra un’agricoltura omologata o identitaria. Coldiretti ha già scelto. Ora anche la politica deve farlo, con coerenza – ha spiegato Piazza, evidenziando i primati distintivi del settore agricolo, ma anche la scarsa risposta del bilancio regionale alle necessità reali delle imprese e l’urgenza di passare al rafforzamento della filiera agricola.
Su questo punto De Poli ha insistito particolarmente ritenendo necessaria una profonda ristrutturazione della regione in materia di governante agricola. "Il Piano di Sviluppo Rurale – ha detto De Poli – ci vede in ritardo sia nelle erogazioni che nell’attuazione delle procedure; le agenzie create non sono riuscite a snellire la burocrazia, i costi del personale fisso superano quello per i servizi e le politiche di sostegno, dunque, così facendo non si rende un servizio a quella che è un’agricoltura leader in Europa per la varietà e qualità dei prodotti d’eccellenza"
Le oltre 83 mila imprese agricole che coltivano più di 820 mila ettari realizzando una produzione che sfiora i 5 miliardi di euro, non si aspettano solo sovvenzioni – ha precisato Piazza - ma delle leve per mantenere la competitività raggiunta.
Il livello di produttività è già molto alto – ha continuato – tanto da toccare i 6.000 euro per ettaro collocando così il Veneto ai vertici mondiali".
Per i prossimi cinque anni di Governo, Coldiretti, ha elencato le proposte per le quali il comparto è già pronto: l’avvio operativo della rete commerciale per la Vendita Diretta Organizzata (VDO) in collaborazione con i consorzi agrari, il potenziamento del ruolo sussidiario dei CAA (Centro Assistenza Agricola), il riconoscimento dei Confidi agricoli e, tra le urgenze, l’istituzione di una agenzia regionale per il controllo di tutti i flussi di alimenti provenienti dall’estero, prevenendo l’agro-pirateria.