COLDIRETTI: RACCOLTI INVENDUTI O REGALATI A POCHI CENTESIMI
11 luglio 2011 - Dopo il clamore della vicenda "batterio killer" è sceso il silenzio, anche in campagna.
A distanza di poco più di un mese dal caso "E.Coli" che ha provocato l’ennesima emergenza alimentare per sospette tracce di contaminazione in alcuni prodotti ortofrutticoli tedeschi, gli agricoltori veneti tirano ora le somme di un mercato che ancora risente degli effetti provocati sui consumi domestici e internazionali.
Il patrimonio ortofrutticolo regionale – sottolinea Coldiretti - è realizzato su oltre 46 mila ettari tra colture in pieno campo e in serra, supera gli 800 milioni di euro ovvero il 16% della produzione lorda vendibile veneta. Più di un miliardo di tonnellate di ortaggi e frutta vengono consumate localmente ed esportate nel mondo.
Tutte le province venete sono interessate da questa ricchezza verde che in alcuni ambiti particolarmente vocati consente la produzione di frutta e verdura a denominazione di origine.
Dopo l’iniziale tracollo registrato dal settore per cetrioli, zucchine, pomodori, melanzane e cavoli, l’attenzione è ora puntata sui campi coltivati a cicoria e lattuga a Chioggia e l’insalata di Lusia addirittura IGP.
Impotenti gli orticoltori davanti a interi raccolti invenduti o "regalati" a pochi centesimi al chilo, nonostante che al supermercato il prezzo lieviti fino a tre volte. Il consumatore non ha ancora ritrovato la fiducia nel fare la spesa ? E dunque anche la GDO è costretta a comprare a quantità ridotte ? Stesso ragionamento vale anche per il "già pronto" ovvero le misticanze ovvero la IV gamma presente come realtà imprenditoriale nel padovano.
In riferimento al "tempestivo" intervento comunitario – precisa Coldiretti - si evidenzia che la conta dei danni nazionali comunicata in UE parla di 22,5 milioni di euro. Una cifra tutto sommato ridotta se pensiamo al valore dell’intera filiera italiana, ma il provvedimento comunitario è molto limitato perché prevede un orizzonte temporale molto ristretto per la denuncia delle perdite, una gamma di prodotti altrettanto ridotta, meccanismi burocratici complicati, tanto che per il quadro regionale dobbiamo ancora attendere i dati ufficiali.
Le imprese agricole che coltivano la qualità "senza macchia" merito della buona prassi agricola, dei controlli e delle analisi sia imposte che volontarie sono sempre impreparate di fronte a crisi di questo genere – conclude Coldiretti - e non disponsono di super mezzi pubblicitari per rilanciare la spesa delle famiglie che come sempre, se orientata ai prodotti nostrani, è tutelata e garantita sin all’origine.