21 febbraio 2021 - La storica sentenza della Corte Costituzionale che da il via libera all'abbattimento dei cinghiali, conferma la scelta adottata in Veneto. E' il commento di Coldiretti nell'apprendere che possono prendere parte alle operazioni di riduzione del numero degli animali selvatici anche gli agricoltori provvisti di tesserino di caccia, altri cacciatori abilitati, guardie venatorie e ambientali volontarie, guardie giurate, a patto che siano appositamente formati. La pronuncia, che Coldiretti definisce un cambio di direzione epocale, arriva dopo il ricorso al Tar di alcune associazioni ambientaliste toscane. La Corte suprema prende atto - commenta Coldiretti Veneto - che l’aumento dei cinghiali e la riduzione del personale incaricato di controllarli ha aumentato il rischio di danni alle coltivazioni agricole ma anche alla stessa sicurezza dei cittadini, visto l’aumento degli incidenti stradali causati dai selvatici. Da qui la decisione di procedere ad una svolta rispetto all’orientamento seguito negli ultimi quindici anni che aveva portato a bocciare i provvedimenti assunti dalle varie Regioni che avevano aperto alla possibilità di ampliare l’elenco tassativo dei soggetti incaricati della caccia di selezione previsto dalla legge quadro. La proliferazione senza freni dei cinghiali – conclude la Coldiretti – sta compromettendo l’equilibrio ambientale di vasti ecosistemi territoriali anche in aree di elevato pregio naturalistico. Due milioni i capi a livello nazionale, centinaia di migliaia in Veneto, sono ovunque attraversano strade e rovinano le colture perché in grado di percorrere grandi distanze e anche di guadare i fiumi per spostarsi da un posto all’altro alla ricerca di aree da saccheggiare. In Italia ci sono diecimila incidenti stradali all’anno causati da animali selvatici che – spiega la Coldiretti – sempre più spesso si spingono nei paesi e nelle grandi città oltre che nelle aree coltivate, da nord a sud del Paese. Oltre 6 italiani su 10 (62%) – secondo l’indagine Coldiretti/Ixè – hanno paura dei cinghiali e quasi la metà (48%) non prenderebbe addirittura casa in una zona infestata da questi animali. Una situazione arrivata al limite tanto che più di 8 italiani su 10 (81%) – secondo l’indagine Coldiretti/Ixè – pensano che l’emergenza cinghiali vada affrontata con il ricorso agli abbattimenti incaricando personale specializzato per ridurne il numero.