CORONAVIRUS. TAKE AWAY IN AGRITURISMO. COLDIRETTI, CON IL CIBO DI ASPORTO OPPORTUNITA’ PER 1200 AGRITURISMI IN VENETO
Diego Scaramuzza (Terranostra): “Ai comuni chiediamo di ricedere la Tari, dopo un lungo periodo di blocco delle attività”
27 aprile 2020 - Dopo una chiusura forzata per gli agriturismi si apre l’opportunità di organizzare il cibo da asporto rispettando le misure di sicurezza imposte dalle ordinanze. Per oltre mille realtà agrituristiche regionali si tratta di una possibilità in più per riscattarsi da mesi di chiusura che hanno comportato perdite al settore pari a 30milioni di euro – spiega Diego Scaramuzza presidente di Terranostra Veneto - Se un centinaio di cuochi contadini della nostra rete di Campagna Amica si sono organizzati per la consegna di menù a domicilio, altri operatori per questioni logistiche non hanno potuto cogliere al volo questa modalità di offerta”. Coldiretti ricorda che la maggior parte delle aziende agricole che offrono ristorazione sono strutture famigliari, spesso situate in aree isolate con spazi all’aperto, con numeri ridotti di posti a tavola. “Il take away in questo senso rappresenterebbe un anticipo di apertura dopo un periodo dove gli imprenditori agricoli pur mettendo in campo soluzioni alternativi devono fare i conti con i bilanci azzerati – commenta Diego Scaramuzza - Con l’arrivo della bella stagione sostenere il turismo in campagna significa anche evitare il pericoloso rischio di affollamenti – sostiene Diego Scaramuzza – anche per questo devono poter ripartire all’inizio di maggio riaprendo i cancelli delle fattorie, i percorsi naturalistici e gli spazi a tavola dove assaggiare le specialità della tradizione contadina dell’enogastronomia Made in Italy”.
La spesa dei veneti per pranzi, cene, aperitivi e colazioni fuori casa prima dell’emergenza coronavirus – sottolinea Coldiretti Veneto –era pari a 7 miliardi di euro all’anno con un persona su tre che abitualmente consuma a casa o al lavoro, i menu da asporto o per consegna a domicilio, preparati da ristoranti, pizzerie, fast food o agriturismi, secondo l’indagine Coldiretti/Ixe’.
“Tuttora non c’è garanzia di alcun risarcimento né le misure indicate sono all’altezza della sofferenza economica sopportata dalle imprese” – conclude Coldiretti Veneto che chiede alle amministrazioni comunali anche la rimodulazione della Tari (tassa sui rifiuti), quale segno di attenzione per le difficoltà sostenute dagli imprenditori nel trimestre dell’emergenza sanitaria.