COLDIRETTI: VENETO UN’AGRICOLTURA DA PRIMATO CHE VALE APPENA L’1% DEL BILANCIO REGIONALE

"Un comparto motore dell’intero sistema economico che merita, a pieno titolo, una strategia complessiva da parte del Governo regionale"

29 settembre 2010 - Efficiente e produttivo, il Veneto agricolo, con i suoi 5.800 euro per ettaro di valore alla produzione – tra i più alti nel panorama mondiale – è la seconda regione a livello nazionale.
Leader nella coltivazione di prodotti biologici, a cui gli imprenditori agricoli dedicano 18 mila ettari degli 800 mila totali, con oltre 83 mila imprese, realizza un fatturato che sfiora i 5 milioni di euro.
Numeri che raddoppiano se lo abbiniamo al comparto turistico che supera i 6 miliardi di euro.
Il patrimonio enogastronomico conta 371 tipicità (una per ogni giorno dell’anno), 24 dop, 10 docg e 27 doc che sviluppano il 27 per cento dell’export nazionale.
Cifre da capogiro per un comparto dinamico capace di rigenerarsi se valutiamo i 300 nuovi insediamenti annuali sostenuti dal Piano di Sviluppo Rurale lo strumento più gettonato dai neo imprenditori.
Sembra un quadro idilliaco, in realtà le aziende si trovano ad operare in una situazione di mercato e in un contesto territoriale entrambi problematici.
In alcuni settori l’impresa riesce a guadagnare un quarto del valore della produzione: per un litro di latte prodotto l’allevatore percepisce 0,35 centesimi, mentre al supermercato il consumatore lo paga 1,5 euro.
Dal punto di vista territoriale l’azienda agricola è assediata da uno sviluppo urbanistico frenetico che genera, oltre ai conflitti con i cittadini (ostilità per impianti a biogas, per i trattamenti con agro farmaci), un elevato costo dei terreni e canoni di affitto spropositati.
Produrre in Veneto non è come farlo in Nuova Zelanda. E non possiamo di certo chiedere di competere con i prezzi internazionali.
Da questa Conferenza dell’agricoltura – dice Coldiretti - ci aspettiamo un dibattito che affronti questi temi individuando delle proposte di azione regionale, per intervenire direttamente con una politica locale.
Pur misurandoci con l’Unione Europea dobbiamo essere coscienti – continua Coldiretti – che esistono delle leve sulle quali possiamo agire per supportare l’impresa, come è accaduto per lo sviluppo delle politiche del Kmzero. E’ già operativa la legge 3/2010, unica in Italia, che risponde alle aspettative del cittadino consumatore e rafforza l’impresa agricola nella filiera. Così sarà, ne siamo convinti, anche per la questione degli organismi geneticamente modificati, che vede proprio il Veneto fermo su una chiara posizione e già pronto a legiferare a favore di un territorio libero da Ogm.
Non è ancora cosi per la tutela del suolo agricolo – ricorda Coldiretti – che non va inteso come una "riserva" per lo sviluppo urbano ed infrastrutturale e, fenomeno recente, per le fonti rinnovabili (fotovoltaico a terra).
Così come non succede ancora per la ricerca in agricoltura che va programmata e non delegata e soprattutto integrata con altri sistemi produttivi, allo scopo di mettere in rete le diverse opzioni di sviluppo territoriale.
All’agricoltura non serve solo l’attenzione dell’assessorato di competenza (peraltro già comprovata) - conclude Coldiretti - ma una strategia complessiva del Governo regionale che deve chiaramente ammettere l’importanza del settore come volano dell’economia veneta e protagonista assoluto di un modello di sviluppo sostenibile.