26 novembre 2013 - In ritardo, sostengono gli orticoltori, ma sempre efficace la prima brina sui radicchi veneti. Le coltivazioni dell’ortaggio prestigioso sono state baciate dal gelo della notte scorsa dopo che le temperature di ottobre e novembre hanno superato di 2-3 gradi le medie come non succedeva negli ultimi trenta anni.
Il repentino calo di circa 6 punti favorisce in particolar modo la produzione del Radicchio rosso tardivo di Treviso che, secondo gli imprenditori agricoli, sarà più croccante, dolce e rosso scarlatto.
Ma se certe verdure cercano il freddo le altre vogliono ancora il caldo così che si ricorre al riscaldamento prolungato nelle serre per piante e fiori alimentate a gasolio. Coldiretti ricorda che non è stato ancora emanato il decreto di attuazione della norma contenuta nel “Decreto del Fare” che rende applicabile l’agevolazione sul gasolio con il taglio dell’accisa. A rischio - sottolinea la Coldiretti – c’è un settore di punta dell’agroalimentare Made in Italy che serve il mercato nazionale ed alimenta anche un consistente flusso di esportazioni. Complessivamente il settore florovivaistico contribuisce con un fatturato di oltre 3 miliardi ad oltre il 6 per cento del totale alla produzione agricola nazionale. Il saldo attivo nella bilancia import/export - conclude la Coldiretti - è stato pari a oltre 160 milioni di euro nel 2012 ed è importante garantire la competitività del sistema per agganciare la ripresa economica, già partita in altri Paesi.
26 Novembre 2013
Coldiretti: la prima brina bacia il Radicchio veneto, ma congela fiori e piante. Aumentano i costi per il riscaldamento delle serre.