25 Settembre 2021
CLIMA: COLDIRETTI, SCATTA RACCOLTA RISO. ITALIA LEADER IN UE MA -10% PRODUZIONE IN VENETO PRODUZIONE DI QUALITA’ MINACCIATA DA IMPORTAZIONI LOW COST
CLIMA: COLDIRETTI, SCATTA RACCOLTA RISO. ITALIA LEADER IN UE MA -10% PRODUZIONE
IN VENETO PRODUZIONE DI QUALITA' MINACCIATA DA IMPORTAZIONI LOW COST
25 settembre 2021 - Scatta la raccolta di riso Made in Italy. Anche i risicoltori veneti - spiega Coldiretti - sono pronti all'appuntamento rispettando la fase di maturazione di un prodotto  fortemente identitario e di qualita' coltivato su 3.250 ettari. Nel veronese Vialone Nano Igp è prodotto in 24 comuni e nel Polesine c’è l’altra varietà blasonata del Delta del Po. Non mancano i chicchi di nicchia, presidiati dai sigilli di Campagna Amica come quelli vicentini di Grumolo delle Abbadesse confezionati secondo la tradizione locale. Una realtà particolare quella regionale con una produzione finale stimata in circa 18.300 tonnellate che consolida la storia  della cucina contadina dove il risotto rimane il piatto delle feste, il primo delle cerimonie e dei riti famigliari.
A livello nazionale Coldiretti stima un  calo ad oggi stimato della produzione pari a circa il 10% a causa soprattutto delle anomalie climatiche che hanno colpito le risaie nazionali, con bombe d’acqua e grandinate che si sono alternate a siccità e gran caldo, anche se la qualità è salva. L'inizio della campagna risicola parte in ritardo di 10-15 giorni per le basse temperature primaverili che hanno rallentato la crescita della coltura. A pesare sulla produzione 2021 è stato – sottolinea Coldiretti – poi l’andamento climatico avverso con le violente precipitazioni che hanno devastato il raccolto in molte aree, mentre in altre è mancata la disponibilità di acqua nelle fasi inziali di sommersione che ha determinato ritardi più o meno accentuati sul ciclo colturale del risone.
Il 90% del riso italiano - precisa la Coldiretti - si coltiva nel triangolo d'ora tra Pavia, Vercelli e Novara ma la coltivazione è presente in misura significativa anche in Veneto, Emilia Romagna e Sardegna
Nonostante le difficoltà causate dal clima l’Italia – continua la Coldiretti – si conferma primo produttore europeo di riso, con 226.800 ettari coltivati quest’anno e 4 mila aziende agricole che raccolgono 1,50 milioni di tonnellate di risone all’anno, pari a circa il 50% dell’intera produzione Ue e con una gamma varietale unica e fra le migliori del mondo.
Dalle risaie Made in Italy – ricorda Coldiretti – nascono opportunità di lavoro per oltre diecimila famiglie tra dipendenti e imprenditori impegnati nell’intera filiera, senza dimenticare lo straordinario impatto sul paesaggio, sull’ambiente e sulla biodiversità con 200 varietà, iscritte nel registro nazionale, dal vero Carnaroli, con elevati contenuto di amido e consistenza, spesso chiamato “re dei risi”, all’Arborio dai chicchi grandi e perlati che aumentano di volume durante la cottura fino al Vialone Nano, il primo riso ad avere in Europa il riconoscimento come Indicazione Geografica Protetta, passando per il Roma e il Baldo che hanno fatto la storia della risicoltura italiana.
A preoccupare è però – sottolinea Coldiretti – il fatto che il 18 gennaio 2022 scadrà la clausola di salvaguardia, la misura della Commissione Europea che ha eliminato la facilitazione del dazio zero sull’import di riso indica dalla Cambogia e dal Myanmar. Per anni i due paesi asiatici hanno beneficiato delle agevolazioni per esportare in Italia e in Europa nell’ambito del regime EBA (tutto tranne le armi). Il risultato è stato una vera e propria invasione di prodotto asiatico che ha messo in ginocchio i produttori nazionali. Facilitazioni che, peraltro, sono state sospese solo per la varietà di riso indica, mentre per la japonica hanno continuato a rimanere attive, nonostante le violenze verificatesi nel Myanmar in seguito al golpe militare. Serve dunque un impegno da parte della Ue per rinnovare la clausola di salvaguardia e se ciò non fosse possibile in tempi brevi, la Commissione dovrebbe attivare, entro il 18 gennaio 2022, il meccanismo necessario per includere il riso nell'elenco dei prodotti riassoggettati a dazio a seguito della revoca temporanea delle concessioni EBA alla Cambogia (Regolamento (UE) n. 2020/550) a causa di violazioni dei diritti umani in quel paese. Su quest’ultimo aspetto, si ricorda che gli uffici della Commissione avevano precisato che la non inclusione del riso  nel provvedimento era prevista in quanto la clausola di salvaguardia era già stata adottata per il riso di origine cambogiana .Inoltre il riso deve essere considerato un prodotto “sensibile” nell’ambito dei negoziati internazionali per gli accordi di libero scambio – sostiene la Coldiretti –, evitando nuove concessioni all’import e rendendo obbligatoria a livello europeo in etichetta l’indicazione del Paese di origine in modo da indirizzare gli investimenti dei fondi comunitari per la promozione solo verso il riso coltivato nell’Unione.
Per la sicurezza dei consumatori – afferma la Coldiretti – è poi necessario eliminare le soglie di tolleranza per le sostanze vietate all’interno dell’Ue con il divieto all’importazione di prodotti agricoli contenenti sostanze attive non approvate nell’Ue con reciprocità – conclude la Coldiretti – nelle regole sull’uso degli agrofarmaci tra i produttori Ue e tra questi e quelli dei paesi terzi.
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