20 dicembre 2012 - Un Piano Territoriale Regionale di Coordinamento del Veneto che affermi la centralità dell’agricoltura sarebbe già una conquista straordinaria per una regione, come il Veneto, che in termini di perdita di terreno fertile ha già consegnato alle infrastrutture una superficie pari a 20 mila ettari.
Sono le parole di Coldiretti in appoggio a quelle dell’assessore all’agricoltura Franco Manzato affinchè lo strumento regionale di programmazione strategico tenga in considerazione la salvaguardia del suolo agricolo già compromessa da un lungo elenco di opere “mangia-terra”.
Dal Passante di Mestre alla Valdastico Sud, dalla Pedemontana Veneta alla Nogara-Mare, senza contare i progetti di sviluppo urbanistico sovra comunali a regia regionale, come ad esempio Veneto City e Autodromo Verona, ai quali si aggiungono quelli a livello provinciale e le cinture urbane, il conto pagato dalla campagna è salato. La perdita di aree agricole si localizza per il 32% in montagna, mentre in pianura sale al 50% a favore dei tanti e vari processi di urbanizzazione.
Ricordando un importante legge regionale 11 del 2004 che, oltre a richiamare l'autonomia in materia di urbanistica, nell’ultimo decennio ha tutelato la superficie agricola da un’industrializzazione selvaggia, Coldiretti sottolinea la mancanza di rispetto delle regole da parte di molte amministrazioni pubbliche che hanno derogato, a differenza degli imprenditori agricoli che hanno edificato annessi rustici e stalle nei parametri consentiti sopportando una burocrazia spesso invasiva.