COLDIRETTI: VERDURE CONTROLLATE E SICURE DAL CAMPO ALLA TAVOLA
AL MERCATO ORTOFRUTTICOLO POLITICI, PRODUTTORI E CONSUMATORI MANGIANO LA QUALITA’ NOSTRANA
1 giugno 2011 - 600 mila euro è la perdita che gli orticoltori veneti subiscono ogni giorno a causa della psicosi del batterio killer – lo afferma Coldiretti nel puntualizzare che dopo le rassicurazioni del Ministero della Salute, l’unico vero pericolo che incombe è il danno economico al Made in Italy provocato ingiustamente dal panico indiscriminato in Germania con il blocco delle spedizioni orticole regionali.
A testimoniare l’ingiustificata paura oggi al Mercato Agro Alimentare di Padova, l’Assessore regionale all’agricoltura Franco Manzato, il presidente del Consiglio regionale Clodovaldo Ruffato, il direttore generale dell’Ulss 16 di Padova Fortunato Rao, il presidente del Maap Franco Frigo insieme ai rappresentanti dei produttori agricfoli hanno gustato “a crudo” la sicurezza e la qualità della produzione locale e italiana.
L’epidemia del batterio E.coli che sembra essere stata provocata in Europa dal consumo di cetrioli contaminati provenienti dalla Spagna che ha causato morti in Germania - il principale mercato di sbocco delle esportazioni di ortofrutta – fa tremare l’import/export dei prodotti agroalimentari veneti – commenta Coldiretti – che riferendosi ai dati del 2009 per la categoria “altri ortaggi freschi”, conferma che le esportazioni ammontano a 119,7 milioni di euro, mentre le importazioni sono pari a 42,8 milioni di euro. Un saldo positivo di 76,9 milioni di euro messo a rischio dalla sindrome della verdura infetta.
“Non è il caso di lasciare spazio ad allarmismi – precisa Coldiretti – perché gli agricoltori mettono nome e faccia su ciò che coltivano e sono pronti anche a dimostrare di rispettare scrupolosamente tutti i controlli e le verifiche.
Anzi, per fugare ogni ulteriore dubbio alcune aziende hanno fatto eseguire delle analisi supplementari che azzerano completamente ogni margine di incertezza.
Occorre, dunque, fare immediata chiarezza sull’evoluzione dell’ epidemia per superare un’empasse pericolosa sia per la salute e per l’economia.
Analisi microbiologiche sui prodotti, controlli sanitari lungo tutta la filiera, a partire dall’acqua usata per l’irrigazione, severi e costanti test: la frutta e la verdura nostrana viaggia dal campo alla tavola con una sorta di “certificato” medico che garantisce salubrità e sicurezza alimentare. Nessun allarmismo quindi per il caso del “batterio killer”, oltretutto circoscritto alla Germania e ad una tipologia di cetriolo che non si consuma in Italia.