25 gennaio 2016 - “Serve una riorganizzazione delle strutture per indirizzare gli operatori verso accordi di filiera e centri di aggregazione dell’offerta”. E’ quanto afferma Coldiretti, dopo le valutazioni presentate oggi sull’andamento del settore agroalimentare del 2015 a Legnaro nella sede di Veneto Agricoltura. Questa ristrutturazione deve essere messa in atto – insiste Coldiretti – perché funzionale alle esigenze delle imprese che stanno attraversando, in tanti comparti, un periodo critico dal punto di vista della remunerazione dei prodotti sul mercato. A cominciare dall’ortofrutta dove la crisi strutturale ha provocato, in termini di peso di produzione lorda, una perdita di ben 5 punti percentuali. Dal 2008 si è passati dal 20% all’attuale 15% - continua Coldiretti – Per la zootecnia da latte c’è un polo caseario organizzato ed esempio virtuoso nazionale, che tuttavia non è sufficiente, perché le multinazionali determinano i valori senza considerare l’elevata qualità della produzione. Volatilità dei prezzi caratterizzano la carne bovina, suina, avicola e cunicola, spesso bersaglio delle nuove “tendenze” alimentari. Falsi miti con operazioni mediatiche ad hoc creano la rincorsa più al sostegno comunicativo che all’intervento ragionato sulla valorizzazione della tracciabilità e trasparenza dal campo alla tavola. Coinvolgendo gli attori dei comparti a far la loro parte si conduce un gioco di squadra dove tutti possono trovare soddisfazioni: dalla Grande Distribuzione Organizzata, ai Consorzi di tutela; dalla cooperazione, alle associazioni di prodotto, fino alle associazioni degli allevatori oltre che dei consumatori. Da non trascurare i seminativi e le colture industriali (bietole e tabacco) coltivazioni per antonomasia del Nord-Est, oramai sempre più esposto alle variazioni climatiche che inducono gli agricoltori a modificare l’indirizzo produttivo o a fare investimenti ingenti per rimediare a situazioni di alluvione o siccità. Il vitivinicolo che è il vero fiore all’occhiello del sistema va tutelato anche con una politica identitaria visto il recente allarme dello scippo delle Doc da parte dell’Unione Europea. Alle analisi puntuali e opportune – secondo Coldiretti Veneto - deve seguire l’azione politica, sfruttando gli strumenti che sono in mano alla Regione: PSR 2014-2020, accesso al credito e un piano condiviso di ricerca e sviluppo mirato e integrato tra gli enti pubblici regionali, università e istituzioni preposte.