18 Dicembre 2013 - Fattorie sociali, didattiche, agri e ittiturismi hanno una legge, la Regione Veneto ora disciplina il lavoro di queste realtà che contribuiscono al fatturato dell’agricoltura veneto pari a 5 miliardi di euro.
“Le tante sfumature non devono trarre in inganno – spiega Coldiretti - si tratta sempre e comunque di aziende agricole che coltivano, allevano, trasformano e producono servizi per la collettività. E’ questa la sostanziale differenza rispetto ad altre simili attività del sistema economico”.
Il provvedimento legislativo approvato ieri in Consiglio Regionale rende giustizia agli agriturismi, nati inizialmente come opportunità di integrazione al reddito e maturati nel tempo non solo professionalmente ma anche come offerta che va dalla ristorazione alla pratica di sport, con l’introduzione di proposte che interessano anche la sfera sociale.
E’ questo il motivo che fa scegliere l’ agriturismo: un servizio tagliato su misura dalla famiglia agricola a quella di città ed il valore aggiunto al comparto del turismo dimostrato dalla loro presenza, anche in aree marginali, che garantisce ai clienti più esigenti di godere appieno dell’ambito rurale a volte non raggiunto dai tour operator.
Coldiretti che conta circa 600 aziende agrituristiche, quasi la metà del totale regionale, plaude al salto di qualità che la politica ha dimostrato nell’approvare un testo unico in grado di recepire il grande potenziale pronto ad esprimersi anche attraverso le limitazioni date dal livello produttivo aziendale. Contemporaneamente la legge quadro presenta una flessibilità che gli operatori non interpretano come una serie di “libere concessioni” piuttosto uno sprone per confermare la serietà e credibilità di chi pratica l’accoglienza e la ricezione in campagna con l’innato buon senso dell’agricoltore.