17 ottobre 2018 - “Le fattorie sociali sono una delle nuove frontiere delle multifunzionalità esplorate dagli imprenditori agricoli. Se in ventidue hanno ottenuto l’iscrizione all’albo regionale, un centinaio potrebbe essere il potenziale regionale”. Lo afferma Coldiretti Veneto che da tempo segue questa propensione tra gli operatori agricoli favorita da un’impostazione naturale dell’impresa diretto coltivatrice. “Nella famiglia rurale – spiega Chiara Bortolas neo vice presidente nazionale di Donne Impresa – l’accoglienza e l’integrazione non è un fatto straordinario. Nell’ambito aziendale c’è spazio per l’anziano, per il figlio in difficoltà e il principio della cura per il prossimo è insito nella quotidianità. Un patrimonio di valori che trova espressione proprio nell’ospitalità in campagna di diversamente abili, carcerati, malati psichici ed emarginati. Il lavoro dei campi e l’impegno nelle fasi di semina, raccolta, trasformazione dei prodotti coinvolge tutti in egual misura, senza differenze. Questa dimensione piace sempre più ai genitori e agli assistenti” – sottolinea Chiara Bortolas.
Il Veneto, prima regione ad aver legiferato sull’agricoltura solidale paga lo scotto di aver anticipato e regolamentato il settore che racchiude svariate esperienze dall’agrinido all’ospizio green, dal giardino dei semplice alle reti d’appoggio per l’inserimento nel mondo del lavoro. Una missione apparentemente impossibile– confida Coldiretti - per questo serve determinazione e convinzione sul grande servizio che queste realtà offrono alla collettività in termini di qualità della vita. Appoggiamo la proposta della Regione Veneto manifestata dall’Assessore Giuseppe Pan, quella di semplificare le procedure – conclude Coldiretti – per allargare ulteriormente il bacino d’interesse e incrociare le esigenze degli altri comparti nell’ottica di migliorare e perfezionare quanto finora lodevolmente fatto”.
17 Ottobre 2018
AGRICOLTURA SOCIALE. COLDIRETTI, IN VENETO UN POTENZIALE “NATURALE” DI ALMENO CENTO FATTORIE.