15 Dicembre 2020
60MILA EROI DEL CIBO VENETO COLLEGATI ON LINE PER L’ASSEMBLEA NAZIONALE DI COLDIRETTI. SALVAGNO” RECOVERY PLAN, OCCASIONE IMPERDIBILE PER L’AGRICOLTURA REGIONALE”

COLDIRETTI. 60 MILA “EROI DEL CIBO VENETO”  COLLEGATI ON LINE PER I LAVORI DELL’ASSEMBLEA NAZIONALE

SALVAGNO:” RECOVERY PLAN, OCCASIONE IMPERDIBILE PER L’AGRICOLTURA VENETA”

16 dicembre 2020 - Circa 60 mila imprenditori agricoli veneti hanno seguito on line i lavori dell’Assemblea nazionale di Coldiretti durante la quale è stato presentato il Piano nazionale di ripresa e resilienza #Next Generation Italia. Dal cibo un milione di posti di lavoro green entro i prossimi 10 anni con una decisa svolta dell’agricoltura verso la rivoluzione verde, la transizione ecologica e il digitale: è questo l’obiettivo dei progetti elaborati da Coldiretti e contenuti nella relazione dal titolo “L’Italia riparte dagli eroi del cibo” tenuta dal presidente nazionale Ettore Prandini. All’evento in diretta streaming hanno partecipato il presidente del Consiglio Giuseppe Conte e il Ministro per gli Affari Europei Vincenzo Amendola. “Quanto illustrato oggi – commenta Daniele Salvagno presidente regionale – rappresenta una ulteriore spinta affinchè di proceda anche in Veneto verso una forte politica economica che sostenga la filiera agroalimentare “Made in Italy” per dare valore al territorio ed equilibrio nella redistribuzione del reddito. In questa direzione va il grande progetto dei Consorzi agrari d’Italia che darà, inoltre, un impulso all’agricoltura di precisione 4.0 con nuove soluzioni tecnologiche ed ecosostenibili. L’emergenza sanitaria ha confermato la centralità dell’agricoltura e del cibo ricorda Salvagno – e su questa centralità abbiamo costruito il patto siglato per il Veneto ad inizio legislatura: dal completamento delle infrastrutture sia fisiche che digitali, all’attenzione verso le nuove generazioni di imprenditori fino alla strategicità del capitale umano per la ricerca e sperimentazione. La dotazione legislativa deve trovare finalmente applicazione – sottolinea Daniele Salvagno citando la legge regionale del Km Zero per guidare la predisposizione degli appalti pubblici al fine di introdurre prodotti locali nelle mense collettive,  quella agrituristica che non può non tener conto di quanto sperimentato durante il Covid 19, l’aggiornamento della normativa dell’agricoltura sociale per riconoscere i parametri sanitari delle fattorie che offrono servizi ed assistenza alle fasce deboli, l’adeguamento della norma per arginare la povertà, fenomeno in aumento a causa della pandemia. Molti dei contenuti elencati da Prandini coinvolgono direttamente il Veneto – commenta Salvagno –  come la gestione della risorsa idrica, la conservazione del suolo e la promozione dell’energia da fonti rinnovabili capisaldi di un modello di sviluppo che esalta l’ambiente. “In una regione che realizza un fatturato agricolo di 6 miliardi di euro, ai vertici per numero di eccellenze agroalimentari,  al primo posto per capacità di spesa dei finanziamenti Ue dedicati all’agricoltura, il Recovery Plan rappresenta un’occasione imperdibile – conclude Salvagno – per superare lo storico squilibrio nella distribuzione delle risorse comunitarie che ha sempre penalizzato gli agricoltori italiani e per superare gli ostacoli alla competitività  del Made in Italy rispetto ai concorrenti stranieri. Le risorse europee vanno utilizzate per finanziare progetti strategici superando i limiti alla capacità di investimento nel comparto agricolo ed alimentare per portare benefici all’intero Sistema Paese con un impegno di lungo periodo”.

 

“Digitalizzazione delle campagne, foreste urbane per mitigare l’inquinamento in città, invasi nelle aree interne per risparmiare l’acqua, chimica verde e bioenergie per contrastare i cambiamenti climatici ed interventi specifici nei settori deficitari ed in difficoltà dai cereali all’allevamento fino all’olio di oliva sono alcuni dei progetti strategici elaborati dalla Coldiretti per la crescita sostenibile del Paese” afferma il presidente di Coldiretti Ettore Prandini nel sottolineare che “dobbiamo ripartire dai nostri punti di forza. L’Italia è prima in Europa per qualità e sicurezza alimentare ed è possibile investire per dimezzare la dipendenza alimentare dall’estero e creare un milione di posti di lavoro nei prossimi 10 anni”.

 

“Il Recovery Plan rappresenta un’occasione imperdibile – sottolinea la Coldiretti – per superare lo storico squilibrio nella distribuzione dei fondi europei che ha sempre penalizzato gli agricoltori italiani e per superare gli ostacoli alla competitività delle produzioni agroalimentari nazionali rispetto ai concorrenti stranieri. I fondi europei – sottolinea la Coldiretti – vanno utilizzati per finanziare progetti strategici superando i limiti alla capacità di investimento nel comparto agricolo ed alimentare per portare benefici all’intero Sistema Paese con un impegno strategico di lungo periodo.

 

Il progetto della Coldiretti sulle risorse idriche del futuro punta alla transizione verde con una serie di bacini per la raccolta dell’acqua in modo da diminuire il rischio di alluvioni e frane, aumentare la sicurezza alimentare dell’Italia, garantire la disponibilità idrica in caso di incendi, migliorare il valore paesaggistico dei territori e garantire adeguati stoccaggi per le produzioni idroelettriche green in linea con gli obiettivi di riduzione delle emissioni dell’UE per il 2030. Con questo progetto si punta a realizzare – spiega la Coldiretti - 6.000 invasi in aziende agricole per un volume totale di stoccaggio di 30 milioni di metri cubi, 4.000 grandi invasi interaziendali, consortili o pubblici, 10.000 nuovi impianti irrigui per un risparmio d’acqua di almeno il 30% e strutture medio piccole per la produzione idroelettrica. Un progetto ideato ed ingegnerizzato e poi condiviso dalla Coldiretti con Anbi, Terna, Enel, Eni e Cassa Depositi e Prestiti.

 

Sul fronte della digitalizzazione Coldiretti punta a interventi per la transizione digitale per i territori con difficoltà di connessione e per diffondere le tecnologie dell’innovazione digitale connettendo le macchine e gli strumenti dell’agricoltura di precisione, migliorare la vivibilità dei piccoli comuni e borghi rurali attraverso il miglioramento della connettività e della possibilità di accesso ai servizi digitali, recuperare “quelle terre abbandonate o incolte” che le nuove capacità di analisi, gli innovativi sistemi sensoriali e la diffusione della conoscenza, anche in relazione ai mutamenti climatici, potrebbero ritornare produttive. Per questo Coldiretti ha siglato con Tim e Bonifiche Ferraresi un accordo per portare la banda ultralarga nelle aziende grazie alla rete dei Consorzi Agrari d’Italia (Cai) per dare impulso all’agricoltura di precisione 4.0 attraverso l’uso dei big data e nuove soluzioni tecnologiche con una spinta su ambiente, sostenibilità e ripresa economica del Paese accelerando la transizione digitale dell’agroalimentare Made in Italy.

 

Sul fronte della bio-sostenibilità la Coldiretti propone di ripristinare e mantenere fertilità dei suoli attraverso la riduzione dei potenziali inquinanti e materiali non biodegradabili, grazie all’ausilio di un puntuale e moderno monitoraggio dei terreni mediante una piattaforma con uso di big data incentivando l’agricoltura di precisione (Adp) per arrivare al 10% del territorio nazionale. Il progetto punta a sostenere le filiere bioplastiche e biochemicals anche attraverso l’integrazione della ricerca pubblica e la promozione di network tecnico scientifico sui territori che – spiega la Coldiretti – porti a una filiera italiana della biochimica verde. Il progetto valorizza gli ingenti investimenti fatti in Italia dalla filiera delle bioplastiche e biochemicals, per la realizzazione e riconversione in nuove tecnologie di impianti, spesso collocati in zone ad alto livello di deindustrializzazione.

 

Un impegno che si concretizza anche nell’obiettivo di piantare in Italia 50 milioni di alberi nell’arco dei prossimi cinque anni nelle aree rurali e in quelle metropolitane anche per far nascere foreste urbane con una connessione ecologica tra le città, i sistemi agricoli di pianura a elevata produttività e il vasto e straordinario patrimonio forestale presente nelle aree naturali. Una proposta formulata da Coldiretti e Federforeste con il progetto “Bosco vivo e foreste urbane”.

 

Secondo la Coldiretti è poi strategica la ristrutturazione sostenibile dei processi di stoccaggio, macinazione e trasformazione della filiera cerealicola attraverso l’utilizzo della digitalizzazione e della automazione con progetti di filiera dal campo al prodotto finito. Gli obiettivi sono la riduzione dei costi di stoccaggio e trasporto, il risparmio energetico, il miglioramento dell’efficienza e delle rese nella lavorazione del grano, il recupero di aree industriali dismesse trasformandole in nuove attività produttive, il taglio delle emissioni. La transizione al digitale, la tracciabilità e la qualità dei prodotti – spiega la Coldiretti – sono scelte strategiche per rispondere alle politiche comunitarie “Farm to Fork” del Green New Deal.

 

Ma per il futuro dell’Italia è necessario anche rilancio del settore dell’olio d’oliva nazionale, per confermare – sottolinea la Coldiretti -  il primato di qualità del Made in Italy attraverso la realizzazione di nuovi uliveti, di impianti di irrigazione e costruzione di pozzi o laghetti, anche in maniera consorziata, favorendo la raccolta meccanizzata delle olive con macchinari che riducano i tempi e costi di raccolta. Il progetto della Coldiretti punta a realizzare moderni sistemi di stoccaggio che garantiscano l’immediata filtrazione dell’olio e la conservazione in silos in acciaio inox provvisti in locali termo-condizionati ed appositamente adeguati alla prevenzione anti-incendio. Per questo è previsto anche un piano di formazione per tecnici specializzati che possano guidare i produttori dalla coltivazione sino al marketing. Particolare attenzione va poi dedicata – afferma il progetto di Coldiretti - al consumo di acqua sia in fase di coltivazione che di trasformazione, inoltre la valorizzazione dei sottoprodotti deve garantire una riduzione costi di produzione mentre la creazione di reti di imprese tra frantoi e organizzazioni di produttori è condizione necessaria per una efficace sostenibilità ambientale ed economica. Un percorso che – afferma la Coldiretti - prevede accordi di filiera tra frantoi e le Organizzazioni di Produttori, intese commerciali con i vivai e produttori di attrezzature, la realizzazione di almeno un impianto per la produzione di biogas, la mappatura degli uliveti da rigenerare, la costruzione di impianti di irrigazione e di pozzi o laghetti.

 

Ma per il rilancio del Paese serve anche una visione per il futuro di settori come l’allevamento e la quarta gamma dei prodotti pronti al consumo come le insalate in busta. Il progetto della Coldiretti intende favorire la transizione verde delle filiere bovina, suina, avicola e dell’ortofrutta, tramite produzione di energia da fonti rinnovabili (biogas per produzione biometano), riduzione dell’impronta di carbonio, miglioramento della fertilità dei suoli, utilizzo più efficiente delle risorse tramite tecniche di “precision farming” e miglioramento dei processi di recupero sottoprodotti. Il progetto sulla zootecnia prevede la realizzazione di almeno un impianto di produzione del latte in polvere che consenta di togliere dal mercato, nei momenti di esubero, ingenti quantitativi di latte proveniente da una filiera nazionale di oltre 700 allevatori che coinvolge migliaia di addetti al fine di calmierare l’andamento dei prezzi e ridurre gli sprechi, rendendo il sistema più resiliente e sostenibile.

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