Bandi più elastici, aggiustamenti alle procedure, investimenti reali alle imprese, i "ritocchi" di Coldiretti Veneto al Piano di Sviluppo Rurale
7 ottobre 2009 - E’ lo strumento più utilizzato dai giovani che investono in agricoltura, quello più atteso dalle imprese agricole che vogliono ristrutturarsi e il più ambito per rafforzare la filiera agroalimentare, ma il Piano di Sviluppo Rurale ad ogni convocazione del Tavolo Verde è sempre al di sotto delle aspettative.
Anche questa volta Coldiretti, pur giudicando positivamente le proposte avanzate dall’Assessore regionale Franco Manzato sulle varie misure: pacchetto giovani, incremento aiuti, attenzione al settore lattiero caseario, riformulazione dei requisiti di ammissibilità, rileva ancora correzioni da apportare.
"Occorre un cambio di ‘filosofia’ nell’attuale approccio procedurale – ha incalzato il presidente Giorgio Piazza oggi all’incontro tecnico in Regione con il neo direttore Luca Saba – semplificando drasticamente le linee guida e i prossimi bandi. Solo così si potrà rispondere alle reali necessità delle aziende.
Ad esempio – ha continuato Piazza - l’attuale meccanismo di bando "chiuso" è troppo rigido. Chi ha presentato domanda di finanziamento ed è stato escluso deve ripresentare l’istanza nei bandi successivi, senza poter avviare gli investimenti.
E’ evidente la situazione di stallo che verrebbe a crearsi, con una corsa alle illusioni in un contesto di piena crisi del settore che ha invece esigenze concrete".
La disponibilità di fondi permetterà di finanziare circa 400 imprese, contro i 1.500 beneficiari precedenti, per questo Piazza ha chiesto di consentire per lo meno ai soggetti non sostenuti di mantenere una posizione utile in graduatoria, dando loro l’opportunità di avviare comunque i progetti.
E’ stata discussa inoltre la ristrutturazione del settore lattiero caseario.
"Il PSR può dare un sostegno concreto agli allevamenti che intendono adeguare le proprie realtà alle potenzialità produttive – ha concluso Piazza – ma abbiamo chiesto di allargare le possibilità di riconversione anche ad altri comparti".