14 giugno 2019 - I primi dati del dossier promosso dal comitato scientifico guidato da Coldiretti sono confortanti. Lo ha evidenziato Sandro Cinquetti Direttore U.O.C. del Servizio Igiene e Sanità Pubblica dell’Ulss2 durante il suo intervento al convegno organizzato all' Istituto 'Cerletti' di Conegliano dove ha inoltre ricordato le parole dell'OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) che precisa che la salute deve esserci senza percezione di rischi, altrimenti si parla di 'allarme sociale'. Coldiretti ha sottolineato che il Veneto dedica alle coltivazioni biologiche 28mila ettari ovvero poco meno del 4% della superficie agricola regionale, ma è interessante notare la continua crescita a doppia cifra delle superfici coltivate coi metodi alternativi: +18,3 % negli ultimi due anni. Si può considerare che, con questo ritmo, nell’arco di 5 anni, potrà essere interessato dalle coltivazioni ecocompatibili il 10% delle colture regionali. I cereali assorbono la superficie maggiore, segue la vite (5mila ettari) e le frutticole. Se si considerano anche le produzioni specializzate, il Veneto occupa il sesto posto in Italia. "E' stata presentata una prima fotografia dello stato di salute dell’ambiente, di chi lo abita e dell’economia nel territorio di produzione del Conegliano Valdobbiadene, in particolare, quello interessato al riconoscimento Unesco. Al tavolo dei relatori il Prefetto di Treviso Maria Rosaria Laganà il Presidente provinciale Coldiretti Giorgio Polegato. Gli interventi moderati da Pietro Piccioni Direttore di Coldiretti Veneto, sono stati applauditi dalla platea di agricoltori, sindaci, politici e amministratori. Da Gianluca Fregolent della Direzione Agroambiente Regione Veneto a Riccardo Velasco del CREA, Viticoltura Enologia di Conegliano, da Stefano Vaccari Capo Dipartimento ICQRF del Mipaaf nonché il contributo di Alfonso Pecoraro Scanio Presidente della Fondazione Univerde in videomessaggio. L'attenzione crescente al bio - ha detto Danuele Salvagno presidente di Coldiretti Veneto - non deve far dimenticare che anche altre declinazioni della sostenibilità, quali l’agricoltura integrata, riscuotono l’interesse degli agricoltori. Infatti, in particolare nel comparto vitivinicolo, aumenta in modo significativo l’adesione al sistema di certificazione nazionale “Qualità Sostenibile” (il marchio con l’ape).
Questi fatti tracciano il profilo di una regione che registra un indubbio salto di qualità, compiuto negli ultimi dieci anni dagli imprenditori agricoli stessi, andato di pari passo con la rilevazione dei consumatori che manifestano forti preoccupazioni sull’impatto ambientale e della salute che uno sviluppo sfrenato può comportare. Quel patto fiduciario che Coldiretti ha stretto con la società per la fornitura di beni alimentari sani, la conservazione del paesaggio e il rispetto della natura dà i suoi frutti.
C’è una classe di operatori laureati e diplomati - ricorda Coldiretti - pronti ad occupare la scena, anche grazie al sistema scolastico che ha operato per un modello economico sostenibile.
L’impegno continuo degli imprenditori agricoli è da sempre indirizzato alla salvaguardia del territorio, nonostante questo è frequente il fatto che la gente dei campi venga additata ingiustamente come responsabile di atti contrari all’equilibrio naturale, quando, invece, è proprio la cura dell’habitat il principale obiettivo del mestiere del contadino.
Se prima il biologico poteva essere una moda per snob ora è una scelta di vita per molti che non può essere ignorata. Lavorare la terra con metodi alternativi è possibile e Coldiretti per prima ha gettato le basi per una conversione possibile.