21 ottobre 2019 - Con l'autunno arriva anche la voglia del tepore di casa: un caminetto, una cucina economica, una stufa ed è subito atmosfera. La stessa che richiede, secondo l'usanza contadina, il perpetuare di alcuni riti: come le caldarroste col primo mosto di vino (torboin), le patate americane nel forno, i piatti a base di zucca, le confetture di mele cotogne, le prime nespole maturate tra la paglia e le giuggiole da mettere sotto spirito.
Consuetudini che coincidono soprattutto con la stagionalità: cosa sarebbe la sagra di Noventa Padovana senza 'el folpo col riso' (polpo con la bottarga) o le fiere di San Luca a Treviso senza moscardini ? Le generazioni tramandano storie e abitudini che rimangono tali anche se la moda definisce ora street food il cibo servito con cartocci di frittura o panini caldi a bordo strada come spezzafame. Frutta e verdura, anche in via d'estinzione, in questo periodo si prendono la loro rivincita: dal cachi al melograno, dalle pannocchie da pop corn ai bagigi (arachidi) novelli. Non è il caso delle castagne che in Veneto sono sempre sulla breccia in quanto tutte blasonate a cominciare dal Marrone di San Zeno Dop, al Combai e quello di Monfenera entrambi Igp. E seppur la produzione sia ridotta quest'anno a causa di un maggio piovoso, famiglie e centinaia di turisti e cittadini accorrono ai piedi delle montagne per degustarle sul posto in occasione di manifestazioni ad hoc. Coldiretti consiglia, nel caso la pigrizia prenda il sopravvento, il kmzero ovvero una visita al mercato di Campagna Amica più vicino dove i produttori possono spiegare storia e segreti di ogni singolo prodotto per fare acquisti mirati.
Finite le scorte delle specialità autunnali - spiega Coldiretti - si potranno ritrovare gli stessi gusti trasformati in succhi, confetture pronte ad animare le tavole. Per quanto riguarda i doni dal mare, l' attesa per mangiare le moeche, i granchi molli della laguna, è relativamente breve per questa prelibatezza ricercata dai migliori gourmet.