“Ringraziamo sinceramente per l’apprezzamento manifestato nei confronti del lavoro degli agricoltori ma ci auguriamo sinceramente che il dopo Timmermans sia profondamente diverso per un settore che più di altri ha a cuore la tutela del territorio e dell’ambiente e per questo ha bisogno di crescere, investire, innovare e produrre di più e non certo di ulteriori lacci”. E’ quanto afferma il presidente della Coldiretti Ettore Prandini nel commentare le dichiarazioni della presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, nel suo discorso sullo Stato dell’Unione in plenaria al Parlamento europeo a Strasburgo, dopo la sostituzione nel ruolo di vicepresidente esecutivo per il Green Deal europeo di Frans Timmermans che si è candidato nelle elezioni olandesi
Importante – sottolinea Prandini – il riferimento della Presidente alla necessità di ridurre la burocrazia, con un obiettivo tangibili, e di considerare gli effetti sulla competitività delle aziende di ogni proposta legislativa. Occorre infatti superare un approccio ideologico senza basi scientifiche che in nome di un ambientalismo a tutti i costi, rischia di portare – continua Prandini – un effetto opposto a quello perseguito e cioè all’abbandono dei terreni aggravando così il dissesto idrogeologico che ha comportato danni in Italia e in tutti i paesi della Ue.
Sotto accusa secondo la Coldiretti sono infatti “le follie a tavola dell’Ue” per gli effetti sull’agricoltura degli orientamenti comunitari, dalle indicazioni allarmistiche sul vino alle etichette a semaforo che bocciano le eccellenze tricolori a partire dall’olio extravergine, dal divieto della pesca a strascico alla direttiva ammazza stalle che le voleva equiparare all’industria, dalla nuova direttiva Ue sulla riduzione dell’utilizzo dei prodotti fitosanitari rischiano di far crollare la produzione di cibo fino al -30% lasciando le coltivazioni senza protezioni da parassiti e malattie fino ai finanziamenti concessi ai cibi sintetici.