UN DECRETO MINISTERIALE AUTORIZZA LO SCIPPO DEL SERPRINO. COLDIRETTI SCRIVE ALL’ASSESSORE CANER
Liberalizzazioni e automatismi ministeriali sono attacco all’identità vitivinicola veneta
5 marzo 2021 - Per i produttori vitivinicoli dei Colli Euganei è impensabile che il loro Serprino venga svilito e snaturato lasciando che si produca senza regole. Ma un Decreto Ministeriale, attualmente in fase di approvazione, prevede proprio questo: la possibilità che ovunque con queste uve si produca uno spumante generico usando questa definizione. E’ quanto sostiene Coldiretti Veneto che ha scritto all’Assessore regionale Federico Caner richiamando l’attenzione sul tema e chiedendo un intervento sul Ministero delle Politiche Agricole affinchè si garantisca la continuità dell’attuale protezione del termine “Serprino”, nome che funge da sinonimo del vitigno Glera, e che sia riservato esclusivamente alla identificazione dei soli vini prodotti nella denominazione Colli Euganei. “Uno scippo d’identità – lo definisce cosi Coldiretti Veneto – che va fermato per rispetto dei tanti piccoli produttori dei Colli Euganei che producono, su 500 ettari, più di 700mila bottiglie seguendo disciplinari e regolamenti per la tutela della tipicità con abilità enologiche tramandate da intere generazioni. Il provvedimento che è ancora in discussione contiene altre discutibili “liberalizzazioni” per cui Coldiretti ha chiesto l’intervento immediato della Regione del Veneto per fermare in tempo le procedure che potrebbero rivelarsi un danno per i viticoltori e per tutti i vini a denominazioni di origine. Un esempio è la concessione indiscriminata dell’uso di recipienti alternativi al vetro come plastica, lattine, tetrapak senza la valutazione dei Consorzi di Tutela. “Queste decisioni non possono essere indiscriminatamente consentite, ma devono essere prese attraverso i disciplinari come fino ad ora è accaduto. Idem l’articolo che riguarda il colore delle bottiglie, decisione che compete ai produttori tramite le rappresentanze consortili. Il lavoro fatto in questi anni – conclude Coldiretti - che ha portato il Veneto a produrre il 75% del vino, come Doc o Docg, è opportuno che venga governato dalle scelte delle imprese e non lasciato ad automatismi che sotto la veste dell’efficienza introducono semplicemente la banalizzazione dell’identità locale.