Coldiretti Veneto appoggia il progetto "Frutta nelle scuole"
"Le nuove generazioni rischiano di non conoscere nespole, giuggiole e carrube in nome di barrette e snack dietetici" commenta il presidente di Coldiretti Veneto apprendendo dell’iniziativa "Frutta nelle scuole" presentata oggi nel Palazzo della Regione Veneto.
Il progetto, è uno strumento ideale per avvicinare i bambini, ma anche insegnanti e genitori al mondo agricolo, al lavoro dei produttori frutticoli veneti capaci di portare la nostra regione ai vertici europei per la coltivazione di mele, pere, pesche e kiwi.
E’ necessario recuperare la biodiversità, parlare ai bambini di quei "frutti minori" che sono stati la storia delle nostre campagne. A cominciare dalle nespole che un tempo proliferavano nelle siepi chiamate dai vecchi "perle di san martino", le giuggiole, la cui raccolta e' ancora concentrata sui colli Euganei, e le carrube che sono ora cibo per somari. Snobbate e scordate per decenni come alimento umano tanto da perderne le tracce, fin tanto che con una lente d ingrandimento leggendo le paroline della confezione le trovi in percentuale elevata nelle tavolette dietetiche. Gia', perche' sembra che questo prodotto fosse considerato il "cioccolato dei poveri" tanto da essere anche la base di preparati per dolci e gelati. "Non vorrei che dal tempo delle carrube, al tempo delle mele si passasse a quello completamente perso alla ricerca di chicche come questa nelle enciclopedie, senza considerare la memoria dei vecchi contadini che sono i custodi di questi segreti" afferma il presidente di Coldiretti Veneto Giorgio Piazza.
Non possiamo lasciare i nostri ragazzi in balia di sempre nuovi idoli del consumo, che hanno perso o forse mai conosciuto la gioia e il divertimento di raccogliere un frutto dall albero. Esperienza unica che per fortuna nelle nostre aziende agricole e nelle fattorie didattiche si puo' ancora vivere.