12 marzo 2010 – Coldiretti Veneto ha presentato oggi il documento programmatico per l’economia del Veneto al candidato alla presidenza della Regione per il centrosinistra, Giuseppe Bortolussi.
"La sfida è scegliere tra un’agricoltura omologata o identitaria. Coldiretti ha già scelto. Ora anche la politica deve farlo, con coerenza – ha ribadito il presidente Giorgio Piazza evidenziando i primati distintivi del settore agricolo, ma anche la scarsa risposta del bilancio regionale alle necessità reali delle imprese e l’urgenza di passare al rafforzamento della filiera agricola.
"Le oltre 83 mila imprese agricole che coltivano più di 820 mila ettari realizzando una produzione che sfiora i 5 miliardi di euro, non si aspettano solo sovvenzioni – ha precisato Piazza - ma delle leve per mantenere la competitività raggiunta.
Il livello di produttività è già molto alto – ha continuato – tanto da toccare i 6.000 euro per ettaro collocando così il Veneto ai vertici mondiali".
Per i prossimi cinque anni di Governo, Coldiretti, mette le proposte per le quali il comparto è già pronto: l’avvio operativo della rete commerciale per la Vendita Diretta Organizzata (VDO) in collaborazione con i consorzi agrari, il potenziamento del ruolo sussidiario dei CAA (Centro Assistenza Agricola), il riconoscimento dei Confidi agricoli e, tra le urgenze, l’istituzione di una agenzia regionale per il controllo di tutti i flussi di alimenti provenienti dall’estero, prevenendo l’agro-pirateria.
Bortolussi ha fatto un’analisi pragmatica dello stato dell’arte dal punto di vista progettuale legislativo della Regione, sottolineando la mancanza di una visione programmatica generale e ha suggerito un metodo di lavoro di confronto a vari livelli tra categorie economiche.
Mettendo al centro la realtà della piccola impresa come valore assoluto ha lanciato sfide competitive anche per il comparto agroalimentare, non trascurando il binomio agricoltura-turismo sottolineando in particolare l’aspetto ecosostenibile connesso e il valore del paesaggio veneto irripetibile.
"Dunque ci sono tutti i presupposti per costruire una filiera firmata dagli agricoltori – ha concluso Piazza - in grado di trasferire i valori distintivi fino al consumatore. Un’operazione che veda gli agricoltori finalmente protagonisti attraverso tutti i canali distributivi: il loro reddito non deve essere sempre più marginale, ma una giusta retribuzione del lavoro".