Coldiretti Veneto chiede una "soluzione ponte" per consentire l’applicazione della norma sulla contribuenza urbana, senza mettere a repentaglio l’attività dei Consorzi di Bonifica
MestreSoluzione ponte per tutto il 2010 sull’applicazione dell’articolo 37 della legge regionale sulla bonifica. La nuova norma sulla contribuenza urbana, che potrebbe mettere in discussione la sopravvivenza stessa dei Consorzi di Bonifica, dovrebbe essere "congelata" nel 2010 in attesa che la Regione intervenga per garantire le adeguate risorse agli enti che si occupano della sicurezza idraulica e del presidio del territorio.
Per questa ragione, Giorgio Piazza – presidente di Coldiretti Veneto – ha scritto al Governatore del Veneto Luca Zaia, al Presidente del Consiglio regionale Clodovaldo Ruffato, all’Assessore all’Ambiente Maurizio Conte e a tutti i Capigruppo dell’assemblea regionale.
Secondo Piazza, occorre: "Trovare una soluzione ponte che garantisca la contribuenza ai Consorzi di Bonifica anche per gli immobili allacciati alla rete di fognatura pubblica. Nel frattempo la Regione del Veneto potrà mettere a punto l’applicazione della norma, mantenendo saldo l’obiettivo di mantenere le risorse per la gestione e l’attività dei Consorzi di Bonifica.".
"D’altra parte – continua Piazza –, la norma in questione rappresenta un aspetto tutt’altro che marginale per la salvaguardia del nostro territorio, dato che la difesa idraulica interessa 1.170.000 ettari di superficie, per il 40% gestiti del sistema delle idrovore, con punte del 100% in alcuni comprensori. La bonifica è quindi un servizio essenziale per tutto il territorio, non solo per l’agricoltura. Basta pensare a cosa succede nelle aree urbane durante le intense precipitazioni, sempre più frequenti, legate ai mutamenti del clima".
Per i dieci Consorzi veneti l’applicazione affrettata dell’articolo 37, potrebbe significare 15 milioni e 600 mila euro in meno a bilancio. La norma prevede infatti che gli immobili urbani serviti dalla rete pubblica della fognatura non siano assoggettati al contributo di bonifica per lo scolo delle acque. Il contributo dovrebbe essere, invece, posto a carico dei gestori dei soggetti gestori del servizio idrico integrato. Tutto ciò, però, crea non pochi problemi ai Consorzi che si trovano a fare i conti con un ammanco di risorse che rischia di compromettere il funzionamento stesso degli enti.